caro ragazzo

13 agosto 2013 di: Silvana Fernandez

Caro ragazzo, in questi giorni di metà agosto così pieni del chiasso dei gruppi e comitive che si aggregano, per passare un ferragosto da leoni, con il ruggito delle loro moto e dei loro anni così giovani e spesso inutilmente urlanti. Chi ne è escluso e fragile si sente solo, di una solitudine piena di dubbi e di conflitti che gli pesa più di qualunque insulto. Essere esclusi, essere additati, soprattutto alla tua età, è uno stato tragico che ti ha portato, per essere stato rifiutato da tanti, a rifiutare la vita. Quindici anni sono pochi ma possono sembrare un’eternità ed a quest’ultima tu ti sei affidato. Si forse i grandi sono stati disattenti, i tuoi coetanei malvagi ma tutto questo può solo spingerci, per cercare di mutare noi tutti nel profondo, a riflettere, a pensare che razza di gente siamo diventati. Caro ragazzo che hai preferito morire, avremmo dovuto darti il nostro affetto, la nostra attenzione e non, subito, come gridano i vari gruppi pro o contro questo o quello, una legge. Una legge non ti sarebbe servita a molto, tante leggi dovrebbero essere fatte e non lo sono, tanti esseri umani vengono ancora respinti, perché di diverso orientamento sessuale, di diverso colore e di fede diversa. Più che una legge, da questa tua morte dovremmo pretendere una revisione dei nostri pensieri, una rivalutazione dei sentimenti e valori, se ancora ce ne sono rimasti.

5 commenti su questo articolo:

  1. Ornella Papitto scrive:

    Noi donne dovremmo “fare l’inferno” proprio perché chi ha spinto quel ragazzino a togliersi la vita è proprio quella sottocultura maschilista e macista, (che nasconde spesso l’impotenza), la stessa che offende e uccide noi noi donne, una al giorno.
    Grazie Silvana per la tua riflessione colma di dolore.
    Dobbiamo urlare a chi ci governa (spesso persone volgari e mediocri) che prima di una formulare una legge devono ricercare in loro stessi la “quota” umana, quella che ci differenzia dalle bestie. Iniziassero loro a dare l’esempio. Ci costano un mare di soldi e sono tutti assolutamente improduttivi, in ogni campo!

  2. livia scrive:

    Tragico morire a 15 anni perché’ non ci si sente come gli altri., ma possiamo solo educare a sopportare la solitudine male comune del nostro tempo.
    LIVIA

  3. M.C scrive:

    Un brava a Silvana Fernandez che ci sa fare ridere ed ora sa toccare quelle corde intime,oserei dire estreme dalle quali sgorga il pianto

  4. silvia scrive:

    Quando d’estate le città si spopolano, chi sta male sta ancora più male, chi è solo si sente ancora più solo ed il senso di abbandono o di rifiuto rimbomba come il suono di passi lungo una strada deserta e diventa assordante a tal punto da diventare insopportabile. Caro ragazzo, figlio, fratello, compagno di scuola o amico, vorrei salutarti e ricordarti con il tuo nome, ma non lo conosco.

  5. gemma scrive:

    perché ti sei arreso? chi ti ha fatto sentire così impotente da scegliere di annullare la tua vita? chi ti ha fatto credere che la tua vita valesse meno di quella di ciascuno di noi? in un solo momento hai fermato il tuo tempo…addio piccolo ragazzo
    spero solo che il tuo gesto estremo ci faccia riflettere sulla nostra incapacità di rispettarci tutti nella nostra varia umanità

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