con occhi bambini

3 agosto 2013 di: Clara Margani

L’autobus è al capolinea. Seduti in due posti vicino al finestrino ci sono un anziano e un bambino. Il bambino domanda a quello che quasi sicuramente è suo nonno, riferendosi a delle persone che dormono sotto la sopraelevata sui cartoni e si coprono con carte di giornale: «Perché dormono per terra?». Il nonno risponde: «Perché non hanno una casa». Il bambino non si accontenta e domanda ancora: «Perchè non se la costruiscono?». Il nonno risponde un po’ spazientito dall’interesse del nipotino per quello spettacolo: «Perché non sanno lavorare».

Una bambina nota per la strada due donne rom e domanda alla madre: «Perché non sono vestite come te?». La madre spiega serenamente: «Perché non hanno gusto nel vestire». La bambina non si accontenta ed incalza: «Perché non glielo insegnano?» e la madre meno serenamente risponde: «Perché non sono capaci di imparare».

Al parco due fratellini osservano un coetaneo paraplegico, che seduto sulla carrozzina palleggia un pallone e gli chiedono: «Vuoi venire a giocare con noi a pallacanestro?»; la giovane donna che gli fa da baby sitter risponde al suo posto: «Non può perché è stanco». «Ma forse se glielo chiediamo più tardi ci dice di sì» insistono i bambini. A questo punto la donna taglia corto: «Non gli piace il gioco della pallacanestro».

Il 28 maggio scorso la Digos irrompe in una villetta alla periferia di Roma e arresta la moglie e la figlia dell’oppositore kazaco Ablyazov. Le due vengono espulse in quanto clandestine e imbarcate alla volta del Kazakistan il 31 maggio. Alcuni “bambini” domandano al ministro Alfano: «Come è possibile che sia successa una cosa del genere?», l’interpellato risponde: «Ignoravo che Ablyazov e la moglie fossero rifugiati», i “bambini” lo incalzano: «Ma ora che lo sai, perchè non ti dimetti?». Risponde serafico Angelino: «Ottenere 226 voti a favore, 55 contrari e 13 astensioni è un risultato che eguaglia sostanzialmente il voto di fiducia al governo. Non sto a guardare l’animus di chi mi ha votato, soprattutto tenendo conto del valore che aveva questa mozione. Posso dire che il tentativo di dare una spallata è fallito».

Sarebbe bello osservare ciò che accade intorno a noi con occhi bambini e porre sempre delle domande inquietanti ed incalzanti sia a noi stessi che ai nostri “grandi” e ottenere delle risposte sensate; quelli purtroppo però ci rispondono imbarazzati con affermazioni o negazioni devianti, vaghe, errate e bugiarde, che hanno lo scopo di impedirci di capire, di giudicare, di intervenire e di prenderci delle responsabilità, come spesso e volentieri capita ai bambini.

3 commenti su questo articolo:

  1. silvia scrive:

    Cara Clara, mi fai pensare quanto noi, cosidetti grandi, avremmo da imparare dallo sguardo privo di pregiudizi dei bambini e di come invece siamo proprio noi a dar prova di ottusità mentale con risposte imbarazzate, ambigue e soprattutto stupide! Quanto meglio sarebbe riuscire a spiegare con parole semplici e chiare le diversità culturali, le varie forme di ingiustizia che portano ad emarginazione sociale e le malattie che possono colpire anche i più piccoli. Realtà scomode della vita che non vogliamo nè vedere nè ammettere per paura o per non sentirci chiamati in causa. Un modo per anestetizzare le nostre coscienze e quelle dei nostri figli? Quante buone occasioni perse per crescere assieme!

  2. gemma scrive:

    ho imparato, sin da piccola, a non fidarmi delle risposte dei “grandi” perché a volte non mi convincevano, soprattutto quando mi rendevo conto che non si basavano su conoscenze reali e personali di chi cercava di improvvisare spiegazioni.
    Fare domande e aspettarsi risposte di senso è cosa buona e giusta se si vuole crescere insieme, come ha osservato Silvia; il problema è che i tempi di crescita e di maturazione sono diversi per ciascuno di noi! Che fare?
    Osservare con occhi bambini, con purezza d’animo, rivolgere le stesse domande a più di una persona, per confrontare e superare luoghi comuni, false credenze, preconcetti istintivi, irrazionali e prevenuti….superare insomma una sorta di “pigrizia” mentale che ci porta ad accettare delle risposte frettolose e superficiali, non sempre basate su una reale conoscenza diretta o approfondita di ciò che desideriamo conoscere

  3. Tonia scrive:

    Ho avuto da poco un nipotino e leggendo questo articolo ho pensato a quante risposte evasive e fuorvianti saranno date, anche da me, alle sue domande.

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