conflitto di interessi senza fine

10 agosto 2013 di: Simona Mafai

Si sente parlare, ormai a più riprese, della candidatura di Marina Berlusconi al posto del padre nelle eventuali (e sempre più probabili) prossime elezioni. A parte tutta una serie di considerazioni che si potrebbero fare in proposito (in Italia la monarchia è stata eliminata da un pezzo; nei paesi democratici i leader politici trasmettono il proprio ruolo agli organismi collegiali che li hanno eletti, e che individuano le personalità che possano sostituirli; solo in Francia il leader della estrema destra, Le Pen, si è fato sostituire dalla figlia Maria: forse questo è stato l’esempio che ha illuminato Berlusconi?), sottolineiamo che Marina Berlusconi è presidente della Fininvest, della Mondadori, presente in non so quanti Consigli di amministrazione: portatrice di tutti quei conflitti d’interesse da cui non è riuscito a liberarsi il padre, e che hanno condizionato così pesantemente lo svolgersi della politica italiana degli ultimi venti anni. Le leggi votate in proposito si sono dimostrate inefficienti, e sono contestate da molte forze politiche e da gran parte dell’opinione pubblica, specie giovanile. Con Marina Berlusconi, si ricomincia? Quando e in quali forme la giovane donna dismetterebbe il suo potere economico-finanziario? A chi delegherebbe la potenza economica di cui è intestataria? Tutto daccapo.

Una ripetizione senza fine. Che speriamo vivamente ci possa essere risparmiata.

1 commento su questo articolo:

  1. Marcella Geraci scrive:

    Certo, speriamo che non propongano un’altra puntata di una “fiction” ormai fuori moda! Ma in Italia…

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