la sentenza venuta dal caldo

3 agosto 2013 di: Silvana Fernandez

«La sentenza va rispettata» fu la dichiarazione di Totò Cuffaro dopo aver ascoltato la sua, e di chi pensava che l’avremmo citato con rispetto anche davanti ad altro verdetto. Infatti, dopo uno due tre anni e tre gradi di giudizio ecco la sentenza definitiva, non celere come i travestimenti di Fregoli, ma emessa al momento giusto così che le ferie possano cominciare. L’estate quest’anno è stata un po’ pazza, anzi tropicale: qualche alluvione poi caldo, alluvione poi caldo, ma signori/e una cosa è certa ormai, come un gomitolo, le giornate devono srotolarsi senza nessun ossessivo interrogativo: condannato o assolto? Condannato! Sentenza giusta per tanti, ingiusta per tutti quelli ex Forza Italia e ora Popolo delle libertà, per molti ex An e infedeli a Fini e per tutte le sessantenni innamorate di Silvio. Si è infatti assodato che Silvio ama le donne che come età hanno il contrario del numero 61, ma le statistiche dicono che lui è amato proprio dalle sessantenni. Quindi signori il dado è tratto, non basta avere tanti elettori per essere assolti, perché ragionando così anche Provenzano ne smetta il vestito scuro di lana che, non si sa perché, indossa nelle riprese televisive mentre ripete commosso quanto ama Silvio che ritiene puro, come diceva il mitico Rino Gaetano in una vecchia canzone, «come l’alito di chi non beve e non fuma mai e si lava i denti tutti i dì». La Santanchè può cominciare ad ammiccare da schermo a schermo al suo ex socio Briatore che, pur non avendo nessuna autorevolezza né competenze di alcun genere, è stato il commentatore privilegiato di Telese subito dopo la sentenza. Forse Telese è alla ricerca di un altro miliardario da eleggere a boss o forse sperava che Briatore imitasse Crozza, in ogni caso ci ha fato perdere tempo. Tutti al mare dunque senza avere più, come l’onorevole Lupi, l’aria immedesimata di chi ogni mattino prega Dio e subito dopo Berlusconi. Tutti al mare con la speranza che dall’acqua non esca la voce formato Letta che ripete a tormentone «per il bene del paese». Gli unici suoni consentiti siano solo le urletta di piacere o disappunto perché l’azzurra onda è troppo fredda, o magari troppo calda o troppo mossa. Basta dunque con epiteti o applausi ai giudici rossi. Che si chiuda il sipario, anche farse e commedie vanno in vacanza.

5 commenti su questo articolo:

  1. Vera scrive:

    Due sono le cose essenziali in questo articolo dove la mano leggera di Silvana… affonda il coltello se bastasse il consenso popolare per essere assolti… e il dover ammirare il comportamento di Cuffaro insomma quello che credevamo peggio ora è il meglio!

  2. lisina scrive:

    Io penso che questo popolo di Berlusconi abbia fatto ampiamente comprendere a tutti come l’unica cosa che a loro importava fosse quella di evitare le condanne del capo, che l’italia vada affondo l’importante che il vecchio siliconato miliardario sia salvo. Io spero che questo l’anno capito tutti, ma vuoi vedere che è solo una speranza e si continua a pensare che il pdl sia un partito con ideali?

  3. Gambusi scrive:

    La vittoria della democrazia: “la legge è uguale per tutti”! Finalmente!

  4. paolo.R.Russo scrive:

    Quà in Italia Berlusconi fa pensare che la legge è proprio diversa, pensate per citare come fa Silvana Cuffaro il numero di elettori e di consensi che aveva e come tutto si svolse nel silenzio ebbene oggi si scende in piazza per Berlusconi e si urla “guerra civile”. Ma gli Italiani quelli normali dove sono per fare a Brunetta, Biancofiore etc un enorme risata in faccia?

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