l’areoporto venuto dal freddo … della guerra fredda
Mai avrei pensato di dover essere grata a Ryanair, la compagnia low-cost più popolare d’Europa che ha permesso a tanti di realizzare piccoli e grandi sogni di viaggi: certo, con qualche scomodità (lunghe file ai cancelli per accaparrarsi un posto nelle prime file) e un po’ di accortezza (se il bagaglio supera le dimensioni stabilite scatta un esoso sovrapprezzo) ma il trionfale squillo di tromba all’arrivo dà voce alle nostre più profonde soddisfazioni di avercela fatta. E sicuramente sarà stato un inno di trionfo, quello che avranno sentito nel loro cuore i passeggeri sbarcati all’aeroporto di Comiso qualche giorno fa.
Nato come aeroporto militare, solo nel 1973 l’aeroporto venne aperto al traffico con un volo civile per Catania e uno per Palermo ma in seguito, con i 112 missili Cruise, operativi a partire dal 30 giugno 1983, sarà una delle principali basi della Nato nel sud Europa durante la guerra fredda HGH. Successivamente, e con il venir meno delle esigenze di difesa dopo il crollo del blocco sovietico, la base militare perse d’importanza e venne progressivamente ridimensionata (il 26 marzo del 1991 viene rimossa l’ultima batteria di missili Cruise), sino ad essere definitivamente chiusa alla fine degli anni novanta del XX secolo. La ricostruzione, progettata nel 2002 dalla Regione Sicilia e completata nel 2007, ha visto critiche e polemiche di tutti i tipi (ricordo in proposito un programma di Report) circa lo spreco di soldi pubblici e le false promesse elettorali, ma alla fine il tanto agognato aeroporto ha visto le ali di veri aeroplani, che potranno forse trasportare migliaia di turisti verso le bellissime località descritte da Camilleri nei suoi libri, tradotti e venduti in tutti i paesi d’Europa. E se l’Italia e Alitalia ci snobbano, poco male: noi nel Mediterraneo ci arrangiamo per conto nostro, nel bene e nel male.