l’arte di prevedere le scosse

24 agosto 2013 di: Marcella Geraci

Alla vigilia di Ferragosto, due scosse di magnitudo 4.1 e 4.2 della scala Richter hanno fatto ballare la costa Nord della Sicilia, precedute da uno sciame di piccole scosse non rilevabili dai comuni mortali. Ma le scosse più forti, con epicentro a Gioiosa Marea, quelle sì hanno fatto passare ad abitanti e turisti una nottata diversa. Con Gioiosa Marea hanno tremato anche Brolo, Ficarra, Librizzi, Montagna Reale, Patti, Piraino, Raccuja, Sant’Angelo di Brolo e Sinagra. Che dire poi di Catania, Palermo e delle isole Eolie, che hanno avvertito il movimento tellurico? Nei paesi del Messinese, ancora memori del terremoto del 1908 e di quello del 1978, lo spavento è stato grande anche per i turisti e ha stimolato qualche partenza anticipata.

Una bella botta per l’anno economico in corso, già caratterizzato da una minore affluenza di bagnanti sulle spiagge e da una assenza piuttosto vistosa di avventori nei bar e baretti della costa. Le scosse notturne, più forti, hanno trovato impreparati abitanti e turisti di Gioiosa Marea, con lo sguardo rivolto ai tradizionali fuochi d’artificio sparati in occasione del Ferragosto o sdraiati sulle spiagge o già a dormire, al buio delle pareti domestiche. Qualche “sensitivo” la scossa l’ha avvertita prima, con un giramento di testa attribuito però al proprio personalissimo stato di salute, qualche altro “sensitivo” ha invece predetto il terremoto comodamente, dall’America. Si tratta di Luke Thomas, il ricercatore in questi giorni alla ribalta proprio per aver, a suo modo, previsto la scossa gioiosana (che avrebbe dovuto però verificarsi tra Catania e Messina con una magnitudo di 5.2). Tenuto in disparte dalla comunità scientifica, Thomas basa le sue previsioni sulle condizioni metereologiche, le variazioni della temperatura ed altri elementi che, in passato, gli hanno procurato molti abbagli, destando anche falsi allarmi. Una cosa sola è certa: la previsione di Thomas è servita a far parlare la gente, distraendola da un timore nutrito anche dai fenomeni sismici che hanno interessato l’Italia in questi anni.

Nei giorni successivi alle scosse, in spiaggia, in ogni angolo di strada, al mercato, dal macellaio, dal pescivendolo e in tutti i bar di Gioiosa, piccoli istituti di vulcanologia hanno infatti preso il sopravvento, formati da comitive di due o più persone. Per la scienza, la divulgazione è un destino giusto o una fine immeritata?

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