brevi estati con il mostro in agguato
Sabato, rientrata dalla mia splendida vacanza in barca con l’odore del mare ancora sulla pelle, sui vestiti, fra i capelli, stavo ancora benissimo. Impressa, nella mente, l’atmosfera delle stupende calette sarde che ci accoglievano alla fine di veleggiate faticose. Notti in rada sotto le stelle recitando poesie, nuotate sane nell’acqua trasparente e la sensazione di libertà nell’anima. Libertà di governare noi da soli la barca con la fatica che comportava, ma con il compenso che ne avevamo di emancipazione dagli schemi, una vita senza internet, giornali, televisione. Qualche notizia arrivava, ma ci sfiorava appena.
Così, la sera del rientro, ho voluto continuare a “sfidare” la mia psiche. Serata fuori a cena con amici, ancora silenzio. Domenica ancora al mare, e alla sera una resistenza esasperata. Il mostro nero era là, io fingevo di ignorarlo, c’è tanto da disfare, lavare, sistemare, dopo un viaggio, e ancora mi sentivo leggera, contenta, allegra.
Poi ho ceduto, il mostro era là ansioso di raccontare, io mi sentivo ancora forte e ho premuto il “grilletto”. TG1 e 2 e 3 : parole, valanghe di parole e il mio umore inizia a scivolare verso una discesa lenta e irreversibile. Il governo quasi certamente cadrà, è in agguato un attacco dell’America alla Siria, continuano ad arrivare centinaia di migranti e i centri di accoglienza sono al collasso, la crisi economica avanza, ancora in discussione leggi e soluzioni per la disoccupazione, la borsa sta crollando, un sessantenne ha ucciso la moglie, un pazzo alcolizzato e forse anche drogato ha investito e ucciso un ragazzino bellissimo e innocente, in tutt’Italia trombe d’aria e cattivo tempo. Ci raccontano che la depressione dopo le vacanze è il ritorno alla routine dei luoghi di lavoro (per chi ancora ne ha uno), gli obblighi e i doveri, il recupero della produttività. Ci insegnano come gestire lo stress dopo le vacanze, dopo quanto tempo rientrare in ufficio, come riprendere i ritmi e come organizzare il tempo libero al rientro, ma a che serve quando basta un pulsante per far sì che il mostro nero tuoni le sue notizie e ti senti improvvisamente impotente, prigioniero di un sistema che ti opprime, colpevole per esserti distratto godendoti le meritate vacanze di un’estate che, chissà perché, ti sembra diventi ogni anno più breve.