il Papa e il non credente
In questi giorni su Repubblica ho seguito il dialogo (a distanza) esilarante tra un ateo convinto come Eugenio Scalfari e Papa Bergoglio, con il relativo intervento di Vito Mancuso.
La prima cosa che viene in rilievo è la risposta di papa Francesco ai dubbi e alle osservazioni logiche di Eugenio Scalfari. Voglio dire che mai un Papa si è abbassato a rispondere per via giornalistica alle osservazioni di un ateo. Evidentemente la Chiesa Cattolica si è finalmente convinta che, se non scende a livello della gente comune interpretandone i sentimenti, i pensieri e le speranze, non è più credibile e soprattutto appare lontana dal messaggio evangelico che è basato sull’amore, sulla misericordia e il perdono e non su drastici giudizi morali. Addirittura questo papa ha cominciato col dire «chi sono io per giudicare un gay» e sta continuando nel rivedere le posizioni intransigenti su divorziati e altri “peccatori”.
La strada intrapresa è quella giusta: stare lontano dalla Curia e riformarla, togliendole potere; riformare lo Ior (ma sarebbe meglio eliminarlo completamente); pretendere da cardinali, vescovi e parroci di essere guida spirituale della gente, piuttosto che burocrati che amministrano sacramenti a pagamento.
La gente vuole che i sacerdoti siano tutti come Padre Pino Puglisi o Peppe Diana, senza bisogno di martiri ed eroi.
Un’altra considerazione meritano le risposte di tipo teologico date dal Papa a Scalfari. Qui sarebbe troppo lungo approfondire le singole questioni. Ma brevemente potremmo dire che il dramma dell’uomo è lo stridente contrasto fra le promesse di avvento del regno di Dio e la spaventosa violenza dell’uomo. Se Dio è Bene “Unde Malum?” è l’eterna domanda che finora non ha trovato adeguata risposta. L’unica cosa che appare certa è che gli insegnamenti di amore che vengono dal Vangelo, ma anche dalle altre religioni, sono di conforto all’uomo votato al bene. Il Male appare come una necessità contrapposta al bene, ma che si integra con esso. Nell’universo esiste la materia e l’antimateria, lo spazio e buchi neri. Forse l’uomo è ancora troppo piccolo per capire Il Grande Disegno della Vita.
Con lo stesso stile pastorale ed ecumenico del cardinal Martini (gesuita pure lui), papa Francesco prosegue nel dialogo con i non credenti, o “laici” che dir si voglia. Quando chiamò la Chiesa tutta ad un giorno di preghiera e digiuno per la pace nel Medio Oriente estese l’invito ad ogni uomo di “buona volontà”, senza distinzione di fedi o non. Come Sergio, sto seguendo anch’io con interesse e passione questo confronto, perchè in fondo le stesse domande che Scalfari pone da non-credente io avrei potuto porle da credente. Buona, a mio avviso, la sintesi che ha fatto Umberto Veronesi su Repubblica del 14 settembre: non esiste uomo o donna a cui non venga posta la domanda – da altri o dalla sua coscienza – “E tu in che cosa credi?” Io rispondo: “Credo non in Dio, ma nell’uomo”. Dopo aver letto attentamente la sua lettera immagino che il papa risponderebbe: “Credo in Dio e nell’uomo”.