affinità elettive e reazioni chimiche
La telefonata di un’amica, in un pomeriggio d’ottobre, per raccontarmi le pene del suo cuore, è capitata a me come può capitare a ciascuna di noi ma è servita a farmi riflettere sulle relazioni interpersonali e sul modo di viverle e vederle, facendomi venire alla mente il romanzo di Goethe, Le affinità elettive. L’amore è questione di chimica, diceva qualcuno prima dell’era delle dichiarazioni tramite i “mi piace” sui social network e le ore passate in chat, al posto di chiacchierare davanti ad un caffè. Quest’idea è anche il perno attorno al quale ruota il romanzo di cui vi parlo. Edoardo e Carlotta sono una coppia, come tante ce ne sono state e ce ne saranno nel tempo, poiché, anche cambiando i modi di innamorarsi, è indiscutibile il fatto che la gente ne senta e ne abbia il bisogno. Si amano e vivono una vita tranquilla nel loro castello immerso nel verde, ma un giorno comincia a balenare nella mente di Edoardo il pensiero, onesto e puro, di aiutare un amico in difficoltà ospitandolo in casa propria. Carlotta non si lascia convincere facilmente, persuasa che l’introduzione di una terza persona avrebbe, sicuramente, distrutto gli equilibri e costretto tutti a trovarne di nuovi. Il senso del romanzo si annida nel marasma di emozioni che si agitano nel petto di ciascuno, poiché ogni essere vivente è immerso in una marea di relazioni e di dinamiche a cui non può sottrarsi e le cose non cambiano e non cambieranno, anche se i mezzi di comunicazione e la tecnologia possono mettersi in mezzo per modificarle. Perché è vero che ci sono forze chimiche primordiali che resistono ad ogni tentativo di cambiamento, tanto sono insite nella natura umana.
è vero: la presenza di un’altra persona con il suo carattere, il suo modo di vivere, di invadere gli spazi, di segnare il territorio, rompe equilibri consolidati e mette in crisi una coppia