dei reati e delle pene, degli indulti e amnistie

17 ottobre 2013 di: Daria D’Angelo

Il tema dell’amnistia e dell’indulto, aperto dal Presidente Napolitano, divide le opinioni degli italiani.

Nonostante l’incombente possibile condanna della Corte Europea dei diritti dell’uomo, il nesso con le condanne di Berlusconi era prevedibile così come le discussioni che ne sono scaturite. Dal 2006, non ci sono stati provvedimenti legislativi o sociali, particolare attenzione alla rieducazione, né interventi per la sensibilizzazione al problema delle carceri tranne quelli dei radicali. L’indulto del 2006 non ha portato grossi cambiamenti sulla situazione delle carceri, e in questi anni gli italiani hanno manifestato l’esigenza di un’applicazione più severa della giustizia. I blog sono pieni di gente che chiede l’inasprimento delle pene reali per omicidi, stupri e altri reati violenti, l’abolizione del rito abbreviato, la costruzione di nuove carceri. Gente che chiede l’applicazione dell’ergastolo davanti alla certezza di reati gravi, senza condizionali e buona condotta. Troppi colpevoli in libertà dopo aver scontato quindici\sedici anni al massimo, gente che ottiene un terzo della pena per aver chiesto il rito abbreviato, anche se colpevole di uno o più omicidi. Ci sono mariti che hanno ucciso le mogli a cui è stata inflitta una condanna massima di sedici anni che, fra pentimenti e varie condizionali, sono usciti dal carcere dopo poco tempo. Si chiede che la giustizia funzioni, che i processi siano più rapidi e giusti.

Di contro, è pur vero che le condizioni delle carceri oggi sono davvero invivibili oltre ogni immaginazione, sovraffollamento e condizioni igienico-sanitarie deprecabili. È vero perché le carceri sono piene di tanta gente che non ha ucciso, autori di reati minori e detenuti in attesa di giudizio, per i quali potremmo dire oggi sì all’indulto. Si parla, per esempio di utilizzare le Caserme dismesse per i colpevoli di reati minori. Se è vero che le pene non devono avere carattere afflittivo, se non si può far stare i carcerati in uno stato così disumano, è altrettanto vero che il succedersi di indulti periodici può far passare l’idea di amnistia e indulto come una sorta di periodico “condono”. La valutazione sull’opportunità di concedere amnistie e indulti non va fatta solo in rapporto alla soluzione per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Dovrebbe essere chiaro che non si può prescindere dall’esigenza di certezza della pena per i reati gravi. Bisognerebbe, da un lato mettere mani alle carceri, dall’altro alla giustizia. Una cosa non esclude l’altra, ma è importante che il messaggio passi nella maniera corretta. L’ultimatum della Unione Europea sulle condizioni delle carceri, non deve prescindere dall’esigenza di una giustizia che punisca in maniera più dura i reati più gravi.

1 commento su questo articolo:

  1. silvia scrive:

    Bell’articolo, molto equilibrato.

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