contro la violenza sulle donne, sempre
Il 25 Novembre è la Giornata Internazionle contro la violenza sulle donne e questo è un argomento che, in quanto donna, mi tocca da vicino poiché vivo in unmondo che mi fa sentire l’angoscia di amare qualcuno, perché quel qualcuno potrebbe uccidermi, perché quel qualcuno potrebbe farmi qualcosa di sgradevole, perché vivo in un mondo che non mi permette di vivere liberamente ciò che sono, ovvero una donna, una ragazza che deve sempre tenere alta la guardia, deve sempre pensare a ciò che potrebbe capitarle. Vivo in un mondo che ha dimenticato cosa sia l’amore e il rispetto per l’altra persona, che mi costringe a stare sempre in allerta, sul chivalà, vivo in un mondo in cui il femminicidio è in aumento, in cui la sorpresa non è sentire al telegiornale che una ragazza è stata uccisa dalla persona che amava, ma il non sentirlo. Vivo in un mondo che ha dimenticato e sta dimenticando che cos’è il vero contatto, cos’è l’amore disinteressato, in un mondo che sta regredendo a cent’anni fa, quando amore era sinonimo di possesso, di prevaricazione e la cosa sta cominciando a spaventarmi. La modernità che sembra contraddistinguere il nostro secolo, ha degli effetti collaterali devastanti, poiché, figlia di una società patriarcale, fa fatica ad abituarsi alle nuove dinamiche delle relazioni interpersonali. Sono convinta che si dovrebbe cominciare a ri-educare i bambini, per educarli ad un tipo d’amore buono, puro, rispettoso, sincero e libero. Libero dalla prevaricazione, dal senso di possesso, dal pensiero ottocentesco e angosciante del motto “O mia o di nessun altro”, a proposito del quale mi viene in mente uno stralcio del romanzo Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci che dice, cito testualmente: «Sarai un uomo o una donna? Vorrei che tu fossi una donna. Vorrei che tu provassi un giorno ciò che provo io. Non sono affatto d’accordo con la mia mamma, la quale pensa che nascere donna sia una disgrazia. La mia mamma, quando è molto infelice, sospira: “Ah, se fossi nata uomo!”. Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicare l’assassinio di un uomo e di una donna. Nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e combinare guai. Nei dipinti che adornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba bianca: mai una vecchia coi capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell’Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiarano figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che la donna da cui fu partorito fosse un’incubatrice o una balia. (…) Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che, se Dio esistesse, potrebbe anche essere una vecchia con i capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede d’essere ascoltata». E avrai da batterti, aggiungo io, per dimostrare con un po’ di tristezza e delusione di essere padrona della tua vita e di chi può farne o meno parte.
(foto © Eleonora Cucina)
Non credo che si possa sminuire né banalizzare la figura femminile che milioni di credenti venerano e rispettano profondamente: Maria ha custodito nel suo grembo e partorito Gesù, permettendogli di condividere la dimensione umana, maschile o femminile che sia, fatta di tristezza, violenza, superficialità, morte ma anche di gioia, rispetto, condivisione, solidarietà…Forse dobbiamo smetterla di ricercare immagini di vecchi con la barba bianca che adornano pareti di antichi edifici utilizzati come luoghi di culto, dobbiamo piuttosto imparare a stare al mondo tutti quanti noi persone reali, fatte di carne ed ossa e insegnare il rispetto reciproco ai nostri figli, non solo domani, giornata contro la violenza sulle donne ma tutti i giorni, sempre
Strano pensare che il 25 novembre preceda di un mese esatto Natale! Rispetto molto entrambe le date (e stimo la stessa Oriana Fallaci), ma proprio per questo vorrei aggiungere qualcosa a quanto già detto da Gemma. Purtroppo ci sono molti luoghi comuni da superare, anche per quanto riguarda la religione. A Maria è riconosciuto, a pieno diritto, il titolo di Mater Dei. Di Gesù tutto si può dire tranne che abbia trascurato la figura femminile. Affermare che Dio sia padre e madre non meraviglia più nessuno e nella Bibbia molte sono le espressioni e le locuzioni verbali che a lui si riferiscono che hanno una etimologia prettamente femminile. Il mio invito è quello di andare oltre alla solita, vecchia storia di Adamo ed Eva e di creare occasioni di incontro e confronto piuttosto che inutili contrapposizioni.
Care Signore,
Rispetto le vostre idee e credo, che, anche voi dobbiate fare lo stesso con la parte laica di ognuno. La mia era una citazione, ed è significativo il fatto che, in un articolo così lungo, voi abbiate posto l’accento dal punto di vista religioso, focalizzando la vostra attenzione su come e quanto sia saggio parlare o meno di Maria o di Gesù Cristo, quando il passaggio fondamentale è: Quanto sia difficile vivere la condizione di donna anche ai giorni nostri, in una società che si crede libera dai dogmi del passato quando non è così.
Buona Giornata,
Stefania Di Filippo
Cara Stefania, avevo letto con interesse, sincera partecipazione e condivisione il tuo articolo a partire dalla tua affermazione “vivo in un mondo che mi fa sentire l’angoscia di amare qualcuno”. Ho letto diversi libri della Fallaci e so bene che la tua era solo una citazione ed a quella (non alle tue parole) mi riferivo. Riguardo alla Genesi (dal momento che se ne parla) sono però convinta che la creazione è stata incompleta proprio finchè non è apparsa la Donna e che è stata proprio lei, ultima creatura necessaria ed indispensabile, a realizzare in pieno il progetto divino. Per questo non condivido l’idea che Eva sia stata pensata solo come un giocattolo nelle mani dell’uomo perchè sarebbe troppo semplicistico e riduttivo metterla così. Come Eva è stata chiamata “madre di tutti i viventi”, così anche per quanto riguarda il mistero dell’Incarnazione, è stato fondamentale il ruolo di Maria. Per questi motivi, profondamente convinta della nostra dignità (così spesso ignorata e vergognosamente calpestata) il mio lato laico non entra affatto in contraddizione con la mia sensibilità religiosa. E vorrei che così potesse essere per tutte noi, seppur diverse.
ringrazio Stefania per il suo articolo e per il suo commento
mi associo a quanto ha scritto Silvia
ho letto e amato i libri di Oriana Fallaci
sono seriamente preoccupata per i giovani e per tutti coloro
che hanno bisogno di essere educati al discernimento