emozioni di carta, la mostra di Annamaria Tosini
In un luogo già ricco di suggestioni e possibilità evocative come l’Orto Botanico di Palermo, ho incontrato le opere diun’artista straordinaria, fino a questo momento a me sconosciuta. E’ stato come approdare in un mondo fantastico eppure familiare, espressione di vissuti e desideri che anche a me appartengono: un incontro che ha suscitato profonde emozioni, credo condivise dai molti che insieme a me ammiravano le sue opere così fragili e così potenti. Annamaria Tosini fu una donna colta e appassionata, ricca di creatività e d’amore per l’arte, per la natura, per la musica; eventi traumatici causarono il suo scivolare nel disagio e nell’isolamento; trascorse gli ultimi quindici anni della sua vita in una struttura assistenziale, ma proprio nel vuoto e nell’assenza il desiderio di espressione di sé, come un’insopprimibile affermazione del proprio essere ed esserci, esplose nella fioritura delle sue opere. Fragili e affascinanti sculture di carta, stoffe, fili, foglie, piume e altre materie di recupero, realizzate con tutto ciò che riusciva a procurarsi; creazioni leggere, delicate e barocche: ritratti, allegorie, addobbi indossabili come ghirlande e cappelli, spesso ispirate dalla musica che ascoltava, sempre accompagnate da scritti e poesie, in un incessante cercarsi e rivelarsi. Diceva di sé: «Sono la rosa di Gerico/la pianta che nel deserto/resiste alla siccità per mesi per anni…/secca apparentemente, rotola come impazzita alla ricerca d’acqua…/quando la trova riprende vita». Il tema di fondo delle sue opere è la femminilità nei suoi simboli e negli archetipi, la condizione femminile, la maternità, ed è il desiderio di libertà e di pienezza dell’esistenza che le pervade.
Solo nell’ultimo anno della sua vita le opere di Annamaria Tosini sono state riconosciute come straordinarietestimonianze di Outsider Art, o Art Brut, recuperate e valorizzate dalla storica dell’arte Eva Di Stefano. Quelle realizzate negli anni precedenti il 2012 sono state periodicamente distrutte dalla direzione della struttura assistenziale di cui l’artista era ospite (e mi chiedo: com’è possibile che in una struttura, ancorché privata, di assistenza non sia stata riconosciuta l’importanza, nell’ambito del disagio psichico, dell’espressione di sé e della propria creatività, la cui valorizzazione, da decenni, è centrale nell’attività delle strutture pubbliche come Comunità e Centri Diurni di Riabilitazione?)
Grazie, quindi, a tutti coloro che hanno reso possibile l’incontro con questa straordinaria artista attraverso la mostra “Annamaria Tosini – Giardini e sculture di carta” ideata e curata da Eva Di Stefano, realizzata dall’Osservatorio Outsider Art dell’Università di Palermo, con la collaborazione della Fondazione Orestiadi di Gibellina, allestimento di Enzo Fiammetta. Durante l’inaugurazione della mostra due momenti importanti hanno offerto la possibilità di approfondimenti: la presentazione del video di Irina Nicotra “La joie de vivre. Ricordo di Annamaria Tosini”, e la conferenza di Lucienne Peiry, direttrice della ricerca e delle relazioni internazionali della Collection de l’Art Brut di Losanna, che ha presentato altre emozionanti opere create da donne in condizioni di disagio o reclusione. Gli Outsider Artists, infatti, sono persone autodidatte, spesso con esistenze marginali, irregolari, “diversi” invisibili ai più, che esprimono con mezzi “poveri” un mondo interiore ignorato dagli altri. E, tra di essi, vi sono molte donne.