il racconto del mese: colpo vincente
Tornarono dal viaggio esausti. Nel tragitto dall’aeroporto a casa, lui cercò di capire cosa fosse andato storto, perché tutte quelle incomprensioni, tutto quel nervosismo. Entró nell’appartamento risoluto: adesso che erano finalmente soli avrebbe affrontato l’argomento, lui non era stupido, lui non sarebbe stato un codardo. Così prese la racchetta in mano e le impose lo scontro come fosse stata una partita di tennis. «E’ chiaro» disse subito chiudendo la porta dietro sé, «mi tradisci, sei stata sempre al cellulare, non hai condiviso niente con me. Sei innamorata di Mauro». E batté un servizio aggressivo, proprio all’estremità del campo.
Lei entrò dritta in camera da letto, aprì la valigia e lo guardò un po’ assente. «Sei stato pesante» disse rispondendo all’attacco. Ma la sua fu una difesa e la palla rimbalzò con una traiettoria prevedibile. Lui rispose con un dritto capace di lasciare un solco sulla terra battuta: «credevo che Mauro fosse un tuo amico, che cazzo mi organizzi un viaggio con lui e con Eleonora? Volevi proprio umiliarmi». Lei provò a rispondere cercando di smorzare la tensione. «Mauro è amico mio da quando sono nata» disse, «ed Eleonora non la vedevo da un secolo».
Lui si agitò da fondo campo lanciando palline potenti e tese. «Mi hai fatto fare la figura del cretino con i tuoi amici» incalzò, «che cosa ti é preso? Stavi tutto il giorno a parlare fitto fitto con loro. Niente immersioni con me, niente giro in elicottero. In una settimana hai massacrato la nostra relazione. Non é rimasto niente tra noi». Lei pensò al viaggio appena fatto, riuscì a sentire persino il sale sulla pelle, rivide il colore del mare, il colore oro della sabbia accesa dal sole. «E poi quanti discorsi pesanti» continuò lui lanciando un lungo linea imprendibile, «addirittura venivi a letto tardi per intrattenerti ancora con loro. Ti sei accorta che abbiamo fatto l’amore solo la prima notte, appena arrivati sull’isola?». Lei raccolse la pallina e cominciò a disfare la valigia. Non erano più in estate ed il costume poteva tornare nel cassetto basso dell’armadio. «Tu eri stanco» disse, «andavi a letto subito dopo cena. Troppo nuoto, tante immersioni, addirittura tennis a fine pomeriggio».
«Se avessimo voluto fare un viaggio impegnativo» rispose secco lui, «non saremmo andati in un villaggio turistico». «Io mi volevo rilassare» disse lei, e mandò la palla sotto rete con un movimento veloce del polso. «E poi mi hai preso anche in giro dicendomi che Mauro fosse gay. Una vita che me lo ripeti». Disse lui rincorrendo la pallina sotto rete e spedendola in extremis dentro una parte qualsiasi del campo. «Sei stupido» disse lei, e riuscì a smorzare ancora la palla sotto rete, «non dovevi dire quelle cose a Mauro e non dovevi fare tutte quelle allusioni fuori tema». Lui pensò fosse nel giusto, chiuse la valigia di lei con un calcio e le domandò se avesse dovuto farsi tradire con stile, senza perdere la calma, accettando il tutto come si accetta una sconfitta al gioco. Lei non gli rispose. Riaprì la valigia e posò i teli da mare in un ripiano dell’armadio. «Io sono arrivata, grazie del passaggio» disse laconica, «perché non te ne torni a casa?».
Lui provò una battuta rabbiosa inarcando la schiena e cacciando fuori tutta l’ira che possedeva. «Ieri non sei neanche tornata a dormire…» urlò, «credi che io sia stupido, potevi avere la decenza d’aspettare altre ventiquattrore prima andarci a letto». E la pallina finì fuori campo. Lei posò il vestito rosso che le piaceva tanto nell’armadio, pensò alla sera che l’aveva indossato, alla luce gialla della luna, al cielo sorprendentemente basso, quasi schiacciato sul mare. Pensò a Mauro, al suo sguardo docile e miope. Lui riprese a urlare: «Come hai potuto farmi questo?». E la pallina schizzò da un campo all’altro. «Mi hai ferito. Mi hai fatto sentire in più, sei stata pessima. E adesso neanche riesci a giustificarti, a darmi delle spiegazioni». Lei prese la pallina da fondo campo e batté il suo primo servizio, «mi dispiace» disse, «Mauro é il mio più grande amico. Eleonora é molto di più».
Appassionante partita con finale a sorpresa! Solo per associazione d’idee mi è tornato in mente il film di Woody Allen: “Match point”