la forza delle donne oltre mafia e violenza
Dal 23 al 26 ottobre, presso la Sala Michele Perriera ai Cantieri Culturali alla Zisa, ha avuto luogo l’evento culturale formativo “La forza delle donne oltre la mafia oltre la violenza”, organizzato dall’Associazione Mezzocielo, dall’Istituto Gramsci, dal Centro Giuseppe Impastato e dall’ Associazione donne contro la mafia. Riflessioni, interrogativi e confronti, un dibattito dedicato al contributo offerto dalle donne alla lotta contro la mafia e a ogni genere di violenza, e rivolto ai giovani, alle donne, alla città e a tutte/i coloro i quali, pur non essendo direttamente coinvolti, hanno deciso di sostenere la lotta civile contro la mafia. Vent’anni fa la parola mafia era tabù così come il cancro. Parole impronunciabili di cui vergognarsi profondamente per debolezza e per paura. Una paura che, superata dalla rabbia per il dolore e la morte, ha indotto a far dire basta alle donne, familiari delle vittime, e a sconfessare il sistema culturale mafioso cui appartenevano. Gesti esemplari e difficili come quello di Michela Buscemi, presente al dibattito insieme al nipote, autore di un singolare dialogo che ha commosso tutta la platea. Presenze come Tiziana Di Salvo, figlia di Rosario, autista e collaboratore di Pio La Torre, alla quale la violenza mafiosa ha lasciato segni indelebili come ci racconta la sua testimonianza: «Mio padre aveva 36 anni, era più giovane di me quando è stato ucciso senza sapere perché, io ero una bambina allora. Non c’è un solo giorno, da allora, in cui io non ripensi allo strazio di quel momento e a come è cambiata la mia esistenza. Ritengo utile raccontare quanto ho subito, ai giovani che devono sapere e capire, perché ci sia un cambiamento».
Giornate emotivamente intense e ricche di riflessioni. Grandissima è stata la partecipazione di studentesse e studenti che hanno ascoltato, con rispettoso silenzio e curiosità, le relazioni delle magistrate Teresa Principato e Franca Imbergamo sul rapporto tra magistratura e società civile e sugli intrecci tra mafia e corruzione. Sono stati affrontati anche i temi del femminicidio in famiglia e della tratta delle donne costrette a prostituirsi, nel corso di un costruttivo dibattito con altre professioniste come Maddalena Giardina, Maria Luisa Mondello, Donatella Natoli e Anna Maria Picozzi.
Si è reso omaggio ai ventitre anni di attività dell’Associazione Donne per la lotta contro la mafia e al commosso ricordo di Giovanna Giaconia Terranova, che ne fu la prima presidente. Un grande plauso a Simona Mafai e ad Anna Puglisi, che con la presenza costante e i loro interventi hanno offerto, durante tutta la manifestazione, un contributo prezioso riuscendo a coinvolgere emotivamente tutto il pubblico presente in sala, anche il più giovane.