la ministra Cancellieri e l’italico vizietto
Molto scalpore per quasi nulla perché siamo ancora lontani dalla realtà. La storia è conosciuta, lei una Ministra dello Stato Italiano, con un figlio ex dipendente ben pagato dalla famiglia Ligrestri, ricchissima e potentissima.
Ciò che non stupisce è la solita separazione tra chi la giustifica e chi ancora aspetta la giustificazione, e la massa di italiani che ha il pollice verso.
Ciò che stupisce è ancora quanto siamo lontani dalla comprensione della reale responsabilità della ministra Cancellieri, ‘dipendente’ anche lei, come suo figlio, dai signori Ligresti. La ministra chiaramente non è nell’elenco delle buste paga dell’azienda, ma il figlio sì, lo è stato. Lei, la ministra, ha un rapporto di gratitudine, anzi è sicuramente obbligata a quella famiglia più che benestante. Chi avrebbe mai assunto a quel prezzo suo figlio? Quindi non è una ministra libera, come gran parte dei potenti e meno potenti italiani.
C’è un ‘costume’ molto diffuso, che fa torto a chi è bravo ma non ‘ha santi in Paradiso’: è la ‘raccomandazione’, tanto diffusa quanto sleale. Figuriamoci agli alti livelli: solo ‘per chiamata diretta’, solo per conoscenza diretta. L’Italia ha fondato il reclutamento sulla raccomandazione e anche le classi meno abbienti hanno dovuto, con il tempo, adattarsi.
Questo è il vero scandalo. La ministra, che non può entrare nel merito dell’attività giurisdizionale, deve invece entrare nel merito della legalità, della giustizia sociale e, proprio prendendo spunto da una situazione particolare, la figlia di Ligresti, avrebbe dovuto farne una battaglia di carattere universale. Ma non l’ha fatto: è rimasta prigioniera della politica dell’obbligazione, mentre i veri prigionieri sono rimasti senza difensore personale.
Nessuno ha preso chiaramente le distanze dalla politica della raccomandazione. Questo è il quadro desolante sotto i nostri occhi italici.
Nessuno prende più le distanze da niente e il numero degli “insospettabili” aumenta. Dovunque volgiamo lo sguardo ci sentiamo persi e ogni giorno di più sfiduciati e senza punti di riferimento. La cosa PIù TRISTE è che pagano solo gli italiani, gli investitori in soldi, e tutti in immagine.
Daria, abbiamo bisogno soprattutto di persone per bene è non lo virgoletto. E ne vedo veramente poche, ovunque. ‘Essere per bene’ è essere ‘fuori dal coro’, mentre dobbiamo ascoltare questo coro politico, stonato e sgrammaticato. Una vera desolazione.
Ops… e … non lo virgoletto…