due teatri paralleli

29 dicembre 2013 di: Clara Margani

Performance all’aperto degli occupanti del Teatro Valle di Roma. Gli attori, i tecnici, le maestranze del Teatro Valle Occupato ‘occupano’ lo spazio antistante la Biblioteca e il Teatro del Quarticciolo, zona periferica della città. Dalle finestre delle case popolari facce perplesse ma interessate, affacciate a finestre da cui sventolano striscioni inneggianti alle due squadre della capitale, in basso intellettuali no politically correct, un uomo che torna a casa con il vassoio delle paste, una signora anziana che quasi viene investita da un giovane in macchina rossa che non guarda nello specchietto retrovisore, degli attori che fanno le prove sulle scale di un condominio popolare, qualche fotografo e un cameraman, un enorme ciambellone variegato al cioccolato che viene tagliato a fette e solletica l’appetito dei bambini che fanno parte di un’orchestra popolare, diretta da un loro insegnante impegnato nel sociale.

Gli attori sono giovani, entusiasti, guidati da due professionisti più adulti non proprio sconosciuti, parlano nella loro performance di emarginazione, rifiuto, solitudine, perdita di identità, hanno energia da vendere mentre i loro coetanei del Quarticciolo li osservano indolenti, scettici, perplessi e senza invidia, perché si trovano nella stessa condizione di marginalità e precarietà.

Intanto nel teatro della biblioteca si rappresenta una commedia di un autore italiano, Edoardo Erba, recitata dagli attori Nicola Pistoia e Paolo Triestino.

Il testo intitolato ‘Muratori’ è la storia di due operai che devono costruire in una notte un muro abusivo, inglobando la porzione di un teatro in disuso per ampliare il magazzino di un supermercato adiacente, ma poi vengono presi dalla magia del luogo e da una presenza femminile riconducibile al personaggio de ‘La signorina Giulia’ di August Strindberg e si perdono con lei.

La sala è piena, ma anche fuori la piazza teatrale è piena. Due mondi contigui ma separati.

Dopo aver terminato il suo servizio la cassiera del botteghino, una giovane donna precaria quanto gli occupanti del Teatro Valle, esce a mangiare una fetta di ciambellone variegato al cioccolato che una amica performer le offre sorridendo, dopo averla salvata dalle fauci insaziabili dei bambini musicisti. I due attori, sfuggiti al fascino della signorina Giulia e a quello del teatro ufficiale, ma non agli applausi del pubblico, escono dall’entrata degli artisti e si mescolano agli spettatori del loro spettacolo e a quelli della performance e così senza soluzione di continuità i due teatri si incontrano, si riconoscono e sopravvivono.

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