immigrati sotto i ponti della burocrazia
Vivono sotto un ponte, colpiti dal gelo invernale e da una miseria che le città occidentali avevano dimenticato. Anche un piccolo centro del Sud come Caltanissetta fa fatica a credere ai propri occhi, nonostante sia afflitto dalla mancanza di lavoro e da una povertà crescente, soffocata all’interno delle pareti domestiche.
Davanti a questi uomini, quasi duecento, afgani, pakistani, in attesa di permesso di soggiorno ed accampati nella zona di Pian del Lago, non si può fare a meno di chiedere alle istituzioni e alla burocrazia i perché dei mancati soccorsi e dei ritardi nelle pratiche relative ai documenti. Se il vuoto istituzionale rimane, la presenza di volontari e persone da anni impegnate sul fronte dei diritti dei migranti non manca. Fra le associazioni più attive, lo Sportello per Immigrati di Caltanissetta e l’associazione “Borderline Sicilia Onlus” hanno attivato azioni di monitoraggio e soccorso, finalizzate al reperimento di beni di prima necessità e al supporto per l’ottenimento dei documenti.
Intanto, in condizioni di estrema indigenza, gli uomini improvvisano una brace per cucinare, allineano materassi per terra e stendono i panni dove possono. Con le loro povere cose e col sorriso che non manca mai, continuano ad affrontare un’esistenza dura anche in Europa, nella speranza di ottenere le carte per restare o andarsene, chiedere aiuto e lavorare. Vite che continuano a svolgersi nell’indifferenza dei più, quando non nel razzismo.