“Vizi privati e pubblici disastri” da Repubblica del 30\1\2014

30 gennaio 2014 di: Gery Palazzotto

Nell’assassinio dell’Amia il finale è pressoché analogo, anche se sulla responsabilità della vittima si apre un abisso di differenze. Infatti nel romanzo della Christie il morto è un tale che ha rapito e ucciso una ragazzina, mentre nella tragedia palermitana l’omicidio riguarda un’azienda incolpevole, che sino a qualche anno prima era sana e virtuosa. Inoltre strani tasselli di contrappasso rendono accattivante il gioco delle sovrapposizioni: lì c’è una carrozza ferroviaria diretta a Calais, qui un aereo diretto a Dubai; lì c’è un vagone ristorante, qui ci sono direttamente le aragoste; lì c’è comunque un castigo, qui solo un delitto….

Sull’Amia è la protervia del malaffare a rendere crudele il dissanguamento dei bilanci, stilla dopo stilla… e quante gocce ci vogliono per arrivare a 61 milioni di euro?

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement