il capitale umano, racconto di questi tempi
Non so se Paolo Virzì conosca davvero i ricchi brianzoli, o toscani o pugliesi o inglesi o monegaschi, ma certo il quadro che ne traccia nel film “Il capitale umano” è assolutamente credibile. Leggevo in un articolo su D di Repubblica alcuni mesi fa che è assolutamente chic avere un artista tra le proprie frequentazioni e quindi i dettagli realistici come il rito del tennis in villa, il regista potrebbe averli appresi dal vivo, oltre che da vari film americani.
La storia di per sé è banale: un anziano cameriere muore dopo essere stato investito da un Suv, di proprietà del ricco rampollo di una potente famiglia, fidanzato con una compagna di classe, figlia di un agente immobiliare che vive con una psicologa. Del morto non si parla nel film, come invece a volte avviene nei fatti di cronaca. L’attenzione è rivolta alle famiglie dei ragazzi che possono aver commesso il fatto e alla società in cui vivono. Loro, i ricchi brianzoli, si sono offesi moltissimo per il ritratto d’autore, hanno detto che Virzì si era fatto finanziare dalla Regione per poi insultarli, senza badare al fatto che la location era poi credibile, ma alla fine casuale: non è nato a Napoli il detto i figli ‘so piezze ‘e core?
Sicuramente il regista conosce bene le donne, ne coglie le pulsioni e la logica, seguito dalla sensibilità ed espressività di brave attrici, come Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi che meriterebbe un Oscar per la sua interpretazione, e conosce i giovani, le loro fragilità e i loro sogni, il romantico bisogno di sentirsi eroi, la difficoltà ad accettare sconfitte e delusioni. Non li giudica, si limita a descriverli al di là di preconcetti e luoghi comuni, sorprendendoci con la sua capacità di leggere la realtà che li riguarda oltre i fatti di cronaca. Non so però se abbia davvero conosciuto un agente immobiliare arrivista, o se l’abbia conosciuto Fabrizio Bentivoglio, che ne fa una sciapita caricatura. Certo tutti i personaggi del film fanno parte del Capitale Umano dei nostri tempi e con le loro imprevedibili risorse riescono comunque a cavarsela, magari ribaltando le regole del gioco in modo quasi disinvolto e non sempre trasparente, all’italiana. Certo molto altro ci sarebbe da dire sul film sotto il profilo tecnico, ma noi ce ne siamo occupate proprio per la sua straordinaria capacità di raccontare le storie dei nostri tempi.