il piccolo paese di Celestini, visto da qua

22 gennaio 2014 di: Marcella Geraci

Nuovo successo per Ascanio Celestini, di scena a Mazzarino in un Teatro Comunale freddo e poco preparato alle esigenze tecniche degli spettacoli. Ma il calore del pubblico che ha preso parte all’evento conclusivo di “Let’s Job” (progetto Arci per l’integrazione) ha permesso di sorvolare sugli inconvenienti. Così, l’ultima performance metaforica grottesca di Ascanio Celestini, “Racconti. Il piccolo paese”, ha potuto andare felicemente in scena.

Una delle voci più note del teatro della narrazione ha infatti catturato la platea in un lavoro dall’impegno civile forte, sebbene non estraneo all’antipolitica che regna in Italia di questi tempi. Forse un riferimento alle battaglie trascorse, intestate a quei partiti caduti tanto in basso, sarebbe stato utile a ricordare che il “Piccolo paese”, imbrigliato nella corruzione, nel malaffare e nel disprezzo per la cultura, non è stato sempre com’è oggi. Ad ogni modo, nel piccolo paese del centro Sicilia, noto ai più per la storia dei frati che per le bellezze architettoniche e paesaggistiche che lo caratterizzano, la voce quasi rauca di Ascanio Celestini non ha sminuito la forza del messaggio delle microstorie messe in scena, fatte di tradizione popolare e improvvisazione, per raccontare un’identità mai immobile o uguale a se stessa, trasformata, ritrovata pienamente o perduta irrimediabilmente, con un lascito di ferite profonde.

Ancora una volta, lo spettacolo è stato la parte visibile di un lungo lavoro, teatrale e non, dove l’indagine ha assunto un ruolo di tutto rispetto, come da prassi nelle performance di Ascanio Celestini. Nella sua carriera iniziata nel 1996, l’attore, regista cinematografico, scrittore e drammaturgo di origini romane ha infatti portato in scena storie di detenuti, persone affette da malattia mentale, operai, contadini e lavoratori precari. Storie, considerate marginali, che compongono lo scheletro, robusto e reale, di questo grande, triste e bellissimo paese.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement