la Lega rampante, verso il basso
«A bassi voti, bassi istinti» dice un personaggio vestito di verde in una vignetta di Altan, rispondendo all’accusa di razzismo fattagli dall’altro personaggio. Ed in effetti sembra una lettura plausibile dell’impennata leghista verso posizioni estreme, culmine di un crescendo multiforme: a un partitino che ha il 4% dei voti su scala nazionale occorre farsi sentire. Per esempio, barricandosi in Senato per impedire l’approvazione delle norme che cancelleranno il reato di immigrazione clandestina, quell’aberrazione sociale prima che giuridica per cui i migranti sopravvissuti ai naufragi vengono considerati delinquenti, e rischia l’incriminazione per favoreggiamento chi cerca di salvarli. Oppure moltiplicando gli insulti contro la ministra Kyenge, che “gode” ormai di una rubrica fissa su “La Padania”. Ancora più preoccupante, la ricerca di accordi con il Front National francese di Marine Le Pen e l’affiliazione, a livello europeo, con le formazioni di estrema destra antidemocratica e xenofoba.
Il pericolo derivante dalla radicalizzazione leghista è duplice: intanto, questa piccola formazione politica governa tre regioni, di importanza fondamentale per l’economia del Paese (e ci chiediamo ancora come è possibile, e perché l’anomalia perdura). Ma soprattutto, occorre considerare che i discorsi, gli atteggiamenti e le scelte dei leghisti, abilmente propagandati, non raccolgono, come si pretende, l’intolleranza e le tensioni esistenti, ma le provocano. Insegnano, irrazionalmente e contro ogni logica, il rifiuto di imparare a convivere e condividere in una società multiculturale quale l’Italia è oggi, e quale, a ben vedere, è sempre stata: volutamente ignorando le ragioni, anche economiche, che sostengono l’accoglienza (spontaneamente agìta da molti italiani) di questa nuova realtà che ci arricchisce in molte dimensioni.
Domenica scorsa, nella giornata internazionale dedicata ai migranti e ai rifugiati, ancora una volta è stato Papa Francesco a spiazzare chiunque, rivolgendosi ai migranti con una semplice frase che dice tutto: «Vi auguro di vivere nei paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture d’origine».
La cosa più grave è che la stampa continua a diffondere le loro idee, chiedendo a Salvini per piacere di essere più educati, e noi continuiamo a parlare dei fatti e misfatti di un partito locale| Chi ha voglia di guerra civile?
Rita
La parola chiave è: rissa. Chi ci guadagna è solo il più scaltro di turno. Bassezze d’Italia!