nel giorno della memoria
Oggi 27 gennaio, giorno della memoria della shoah, vorremmo dire tante cose su questa terribile tragedia dell’umanità perduta da una buona parte di Umanità.Abbiamo ascoltato tante voci che oggi si sono unite nel ricordo dell’olocausto, abbiamo letto tante parole provenienti da quel mondo di orrori, e tanto ne abbiamo discusso tra noi senza trovarne di nuove, parole da esprimere. Riteniamo allora più efficaci quelle di Primo Levi, sopravvissuto ma segnato indelebilmente dalla drammatica esperienza della deportazione, tratte dal suo straziante Se questo è un uomo, libro in cui riuscì a raccogliere le memorie che lo tormentavano.
«I giorni si somigliano tutti e non è facile contarli. Da non so quanti giorni facciamo la spola, a coppie dalla ferrovia al magazzino: un centinaio di metri di suolo in disgelo. Avanti sotto il carico, indietro con le braccia pendenti lungo i fianchi senza parlare. Tutto ci è nemico. Sopra di noi si rincorrono le nuvole maligne per separarci dal sole, da ogni parte ci stringe lo squallore del ferro in travaglio. I suoi confini non li abbiamo mai visti, ma sentiamo, tutto intorno, la presenza cattiva del filo spinato che ci segrega dal mondo e sulle impalcature, sui treni in manovra, nelle strade, negli scavi, negli uffici, uomini e uomini, schiavi e padroni, i padroni schiavi essi stessi; la paura muove gli uni e l’odio gli altri, ogni altra forza tace. Tutti ci sono nemici o rivali».
Se comprendere è impossibile
conoscere è necessario
Primo Levi
Ieri sera in tv mi ha colpito molto un’affermazione di Massimo Gramellini, dal binario 21 della stazione di Milano: “i veri alleati di tutti i razzismi sono l’indifferenza, l’oblio e la menzogna.