Catherine Samba-Panza: la presidente della pace

15 febbraio 2014 di: Stefania Savoia

Le vicende africane sono per lo più sconosciute a molti. Sono storie spesso d’incomprensibili e sanguinarie dittature, colpi di stato e povertà. Sono storie di paesi che da lontano vediamo immersi in un continente difficile e reso sempre più povero dalle economie che permettono a molti, noi inclusi, di stare con la pancia più o meno piena.

Quello che vediamo è spesso difficile da comprendere e da decifrare e da “noi”, arriva solo la voce della miseria e della distruzione, la voce di coloro che scappano in cerca di fortuna e che spesso sprofondano in abissi meno sanguinari ma certamente meno piacevoli di quello che pensavano.

E’ la realtà e sarebbe stupido negarlo.

La realtà della Repubblica Centrafricana è così: distrutta da violenze, corruzione e guerra civile anche se, da qualche giorno a questa parte, sembra che qualcosa stia per cambiare.

Dopo le elezioni del 2013 che hanno visto l’elezione di François Bozizé, presidente della repubblica sin dal 2003 grazie ad un colpo di stato e la sua deposizione da parte dei ribelli seleka (musulmani) a favore di Michel Djotodia, il paese è entrato nel caos e gli scontri tra la fazione musulmana e quella cristiana (anti-balaka) hanno gettato il paese in un vortice di violenza e di devastazione provocando oltre duemila vittime.

Alcuni giorni fa però Catherine Samba-Panza, sessantenne ex sindaco di una delle città più importanti del paese, è stata designata presidente della Repubblica Centrafricana e la sua voce sembra essere una voce di speranza per questo paese.

Le sue parole durante la proclamazione sono state «Mi appello ai miei figli, in particolare agli anti-balaka, affinché depongano le armi e fermino i combattimenti. Lo stesso vale per i seleka, non devono avere paura. Non voglio sentire più parlare di omicidi e violenze.”, secondo quanto riferito dall’Associated Press.

Sebbene la sua presidenza sia solo una presidenza di transizione verso nuove elezioni, auguriamo a questa prima presidente donna della Repubblica Centrafricana di riuscire a portare a termine il suo compito di pace di speranza in un paese che, come tanti paesi africani, da troppo tempo vive nella guerra e nell’orrore.

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