la libertà nella Rete
Non è un altro mondo, e neppure un mondo altro. Non c’è nulla di realmente virtuale (un ossimoro, non a caso) nella Rete, e in tutto il cyberspazio: non c’è perché ogni cosa che di lì passa è prodotta, ed ha conseguenze, da persone e su persone, in questa vita e su questa terra. Qui ed ora.
La facilità e la velocità della comunicazione, la possibilità di essere sempre “connessi” con tutti e con tutto in qualsiasi momento, la moltiplicazione delle occasioni di contatto con altri esseri umani ovunque nel mondo, soprattutto la facoltà di potersi esprimere nei modi e contesti più vari avendo una platea di interlocutori vastissima e spesso imprevedibile, hanno cambiato il nostro modo di comunicare, ma non per questo ci hanno resi migliori.
Se molti di coloro che prima non ne avevano la possibilità possono ora far sentire la propria voce, se la manifestazione del pensiero e il confronto delle opinioni sono oggi più facili ed aperti a tutti di quanto mai lo siano stati, si sono però moltiplicate le maschere e le trappole, e le occasioni per scagliare sassi nascondendo la mano. Sino alla lapidazione. Perché, in questo spazio senza confini, ci sono navigatori che non si pongono alcun limite.
Per questo leggo con piacere dell’esistenza di una proposta di legge, presentata da due deputati del Pd, Alessandra Moretti e Francesco Sanna, tesa a stabilire criteri di legalità e definire responsabilità nella comunicazione via web, ricercando l’identificabilità degli autori, mediante codici di accesso, anche nel cosiddetto “anonimato tracciabile”: come avviene, per esempio, per chi scrive e commenta su questo sito.
E’ necessario ed urgente che questo percorso sia compiuto. In molti ci siamo indignati per le scatenate campagne di insulti, gonfie di aggressività e volgarità intollerabili, nei confronti di donne con importanti ruoli politici e istituzionali come Boldrini e Kyenge; ma si verificano continuamente altri casi di aggressioni e persecuzioni su social network, meno note o visibili, ma distruttive nei confronti di persone più fragili, come molti adolescenti; linciaggi psicologici non meno letali di quelli fisici. La Rete, che è spazio di creatività ed espressione, può diventare un’arma incontrollabile, se si dimentica che non c’è libertà senza responsabilità: anzi, che libertà e responsabilità sono la stessa cosa.
Brava Rossella. È un problema grave e serio. Sul web, moltissimi scaricano le frustrazioni personali e tutte le loro incapacità.
È il moderno “rogo” mediatico. Dove tutto deve bruciare: bene e presto! Senza lasciare tracce: la “pira” sulla quale arrostire chi è portatore di un pensiero differente dal proprio.
Mi sento in pieno “Medio Evo”, in cui l’unica luce proviene dal “rogo, acceso dai moderni ‘Inquisitori”.