la tratta e il linguaggio dei media

25 febbraio 2014 di: Marcella Geraci

Non prostitute, ma vittime della tratta. E se fossero i mass media i luoghi in cui costruire nuovi significati culturali di un fenomeno sempre descritto attraverso la visione maschilista del “mestiere più antico del mondo”?  Televisione e giornali, telematici e non, possono infatti intestarsi alcune scelte: riprodurre fedelmente gli stereotipi (schemi mentali su uno specifico gruppo di persone) e i pregiudizi (atteggiamenti ostili e negativi nei confronti di uno specifico gruppo di persone) della società o cercare, attraverso il linguaggio che è la definizione delle cose, di farsi strumenti di un cambiamento culturale. Si tratta di una scelta radicale e di un appuntamento che non è più possibile disattendere, come hanno dimostrato i due sit-in organizzati, il mese scorso, dal Coordinamento Anti – tratta Favour e Loweth di Palermo. La prima iniziativa si è svolta davanti alla redazione de “La Repubblica”, mentre la seconda ha avuto luogo davanti al “Giornale di Sicilia”.

La posta in gioco, “un linguaggio giornalistico rispettoso della dignità della donna, chiunque essa sia”, come ribadito con forza dal Coordinamento in un periodo in cui gli insulti sessisti nei confronti delle donne hanno invaso anche la sfera della politica. A quanti oppongono i luoghi comuni “del cosa cambia?” o dell’antico proverbio siciliano del “chiamala come vuoi, sempre cucuzza è”, una domanda: l’essere una “vittima della tratta” può modificare le intenzioni di quanti pensano a queste ragazze come un piacevole diversivo?

1 commento su questo articolo:

  1. Ornella Papitto scrive:

    La stessa battaglia che stai facendo tu, io la sto facendo nei riguardi della malattia mentale.
    Il linguaggio ha un potere illimitato, quindi usare una parola in luogo di un’altra è una scelta precisa, non sciatta, ma precisa. Ogni parola raggiunge un obiettivo.
    Non dimentichiamo i che i mass-media non sono i luoghi della riflessione ma dell’aggressione: vivono soprattutto grazie a questo. Qui possiamo riflettere, ma altrove, no. Altrove si insegue lo scandalo, l’emozione forte…
    Inoltre gli uomini che approfittano delle donne che non possono scegliere, sono uomini mediocri, disattenti a chi sta loro accanto, figuriamoci rispetto a una “vittima della tratta”. Ne approfitta. Brutti esempi di persone di genere maschile.

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