“Critica e Pubblico La Nuova alleanza” dal Corriere della Sera del 24\2\2014
“…Perché si scrive ? non voglio scivolare nel patetico, ma penso che il bravo critico sia mosso soprattutto da una specie di missione pedagogica. L’intima convinzione che il suo compito è quello di aiutare il lavoro culturale e difendere la propria necessità. Per questo penso che il critico non dovrebbe mai essere un giudice che assolve o condanna, così come penso che non siano più i tempi in cui un critico doveva trasformarsi in un avvocato per difendere un autore di fronte all’incomprensione del pubblico. Oggi di incompresi non ce ne sono praticamente più e il rischio è casomai l’opposto, di essere compresi troppo. Per questo il critico dovrebbe assomigliare a un bravo maestro, capace di trasmettere ai suoi lettori gli strumenti che servono per capire quello che sta vedendo ( o leggendo o sentendo). Per aiutarlo a orientarsi in un mondo dove si fa fatica a distinguere – per usare le parole di Scorsese – tra chi vuole solo vendere qualcosa e chi vuole parlare alla nostra intelligenza. “