“Donne e quote, nella storia le ragioni del sì” da Corriere della Sera del 13\3\2014

13 marzo 2014 di: Gian Antonio Stella

“Quanto al suffragio universale, basti ricordare che le italiane, che pure avevano avuto un ruolo straordinario fin dal Risorgimento (da Cristina Trivulzio di Belgiojoso, in prima linea nelle 5 giornate di Milano alla moglie di Crispi Rosalia Montmasson, unica donna dei Mille) arrivarono a votare solo nel 1946. E cioè 29 anni dopo le russe, 31 dopo le danesi, 33 dopo le norvegesi, 35 dopo le californiane, 40 dopo le finlandesi, 44 dopo le australiane, 53 dopo le neozelandesi, 77 dopo le cittadine del Wyoming, 94 dopo la prima petizione per il voto alle donne alla Camera dei Lord del 1850….Questo è il contesto. E in questo contesto aver bocciato alla Camera la virtuosa forzatura sulle quote rosa è stata un’occasione persa non solo per le donne, ma per il Paese. Un’occasione da recuperare la Senato. Potremmo ritrovarci, come ammicca qualche spiritosone, con un po’ di oche in Parlamento ? ammesso fosse vero (uffa!) ce ne faremo una ragione. Dopo tanti falchi, galletti, tacchini e capponi…”

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