“La grande bellezza”: il paradiso abitato da diavoli” da lettera al Corriere della sera del 2\3\2014

2 marzo 2014 di: Pierangelo Filigheddu

“Ma dovremmo anche domandarci, davanti al successo mondiale del film, se questa discrasia tra volgarità dilagante e bellezza del creato non sia piuttosto un problema globale. Un film, dopo tutto, viene applaudito all’estero quando il suo messaggio è universale. Proviamo a mettere a confronto la vecchia aristocrazia russa, l’unica che potesse competere con quella francese, con i burini che si presentano in infradito sui campi da golf, e affittano l’intero ristorante per poter liberamente mangiare con le mani. O i nuovi ricchi cinesi, avvezzi a sputare per terra anche nella hall del Ritz, per non parlare di quel che riescono fare in piscina. Roba da far apparire gran signore il texano con le corna sul cofano e il cappellone avvitato anche in spiaggia. Nulla, però, ci appare più esecrabile dei barbari che per vie politiche, religiose o televisive si sono saldamente impossessati di Roma, lordandone i monumenti di imperdonabili graffiti e stuprandola con la loro stessa presenza”

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