“La memoria della giustizia” dal Corriere della Sera del 22\3\2014

22 marzo 2014 di: Michele Ainis

“Tuttavia non c’è solo una crisi d’efficienza. È in crisi l’eguaglianza, perché 130 mila prescrizioni l’anno sono un salvagente per i ricchi, per chi possa permettersi un avvocato che sa come tirarla per le lunghe. Ed è in crisi la credibilità dei giudici. Succede, quando la magistratura è divisa in fazioni, che attraverso un’acrobazia linguistica si definiscono «correnti». Quando ogni corrente fa correre i propri correntisti, lottizzando il Csm, distribuendo posti e prebende. Quando alla Procura di Milano divampa uno scontro di potere, di cui leggiamo il resoconto in questi giorni. Quando certi magistrati sono più loquaci d’una suocera, nonostante gli altolà di Napolitano. Quando la loquacità li ricompensa con una candidatura alle elezioni, sicché il pubblico ministero conquista un ministero pubblico. Quando infine nessuno paga dazio, quale che sia il suo vizio….

Da qui un paradosso: il potere irresponsabile diventa poi meno potente, giacché perde l’auctoritas , la fiducia popolare. Ma da qui anche un circolo vizioso: l’inefficienza genera diffidenza, la diffidenza genera il rifiuto d’accettare i verdetti giudiziari, il rifiuto genera un fiume di ricorsi, i ricorsi generano nuova inefficienza. Dev’esserci un modo, tuttavia, di spezzare la catena. Magari cominciamo ricordando che è questo il ferro al quale siamo incatenati.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement