che tristezza le mimose
Cosa si può aggiungere all’orrore ed agli orrori di questi ultimi giorni? Cosa rimane dell’idea di una festa, la festa delle donne? Come si può avere ancora il coraggio di chiamare festa un giorno oltraggiato oltre misura da altri tre casi di femminicidio? Rimangono solo tristi rami di mimose, come foglie morte… E’ così che mi tornano in mente i versi di una poesia di Jacques Prèvert:
Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi / i giorni felici del nostro amore
Com’era più bella la vita / e com’era più bruciante il sole / Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato / Le foglie morte cadono a mucchi / come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto / nella più fredda notte che dimentica
Vedi: non ho dimenticato / la canzone che mi cantavi
È una canzone che ci somiglia / Tu che mi amavi / e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme / tu che mi amavi / io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama / piano piano / senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia / i passi degli amanti divisi
Le foglie morte cadono a mucchi / e come loro i ricordi, i rimpianti
Ma il mio fedele e silenzioso amore / sorride ancora, dice grazie alla vita
Ti amavo tanto, eri così bella / come potrei dimenticarti
Com’era più bella la vita / e com’era più bruciante il sole
Eri la mia più dolce amica… / Ma non ho ormai che rimpianti
E la canzone che tu cantavi / la sentirò per sempre
È una canzone che ci somiglia / Tu che mi amavi / e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme / tu che mi amavi / io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama / piano piano / senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia / i passi degli amanti divisi
Una canzone ed una poesia meravigliosa, mi riporta al periodo in cui io ero ragazza e si poteva sereni uscire,cantare sulla spiaggia senza la minima paura.Grazie Silvia di avercela ricordata.