il silenzio della moglie onorevole mussolini
Gentile Alessandra Mussolini, non creda che adopero questo attributo, che fa pensare alla grazia e alla cortesia termini difficili da adattare al suo carattere, perprenderla in giro. Il fatto è che con gli appellativi iniziali io ho sempre dei problemi, non posso certo chiamarla come avrei voluto: impetuosa, bellicosa, trasbordante, esondante, dato che questa mia lettera è dettata solo dalla volontà di pace che, già in questi giorni, le abbiamo dimostrato. Infatti non abbiamo commentato mai «la bufera della vita -parole queste di mamma Maria- nella quale si è imbattuta». Certo è stato un po’ difficile mantenere il silenzio dato che proprio lei ci ha spiegato come tacere le fosse impossibile e come spesso, suo malgrado, una forza interna la spingesse ad urlare con lo stesso tono adottato dal nonno dal balcone di piazza Venezia. Lei ha urlato contro gli omosessuali, contro le donne che abortiscono, ha urlato perché non castriamo i pedofili e soprattutto ha urlato contro noi femmministe. Parola che usa raddoppiando a dismisura la “m” e strascicando le vocali, cosa che la identifica con la romanità di destra ma anche con il disprezzo che nutre per chiunque non la pensi come lei. Neanche noi troviamo le sue idee simili alle nostre, non abbiamo mai apprezzato il suo modo di portare il cognome paterno come una corona d’oro quando a noi, a voler essere gentile, sembrava solo di spine.
Gentile Alessandra, malmaritata Floriani, in questo momento vorrei si rendesse conto che le uniche persone a non partecipare al suo crocifiggi, avvenuto specialmente sul web, siamo state noi donne. Per solidarietà, per abitudine alla sorellanza abbiamo compreso il suo disagio. Abbiamo pensato che con la sua bella bocca, più adatta ai morsi che ai baci, si stesse lacerando le vesti e le siamo state accanto con il pensiero. Non siamo certo arrivate agli eccessi di Maria Giovanna Magli che, dalle pagine del Foglio, ha assolto il reato dell’ex Fiamma gialla, ora suo coniuge, stabilendo che si è minorenni solo se lo si dimostra. Del resto si faccia coraggio, quello che è capitato a lei sarebbe stato grave nel passato ma adesso è stato sminuito dallo scandalo successivo, per esempio quello della “dama bianca”.
In questo momento, gli ambienti dell’Italia bene, (niente da vedere con quella perbene) più che colpiti dalla grande bellezza di Sorrentino, sono colpiti dalla grande paura dello scandalo che può travolgerli. Oggi a te domani a me. Mi ricorda Ernest Hemingway quando scriveva «non chiedere mai per chi suona la campana, essa suona sempre per te». Gentile Alessandra lei almeno sa che suono ha la sua campana… quello della chiesa dove, il sabato successivo alla confessione sulle baby squillo, lei ha portato suo marito. Ambiente, quello ecclesiastico, che sulla pedofilia sa molte cose, così come sa molte cose sul perdono! E poi stiamo tranquilli, la sua è una storia già al lieto fine. Nella sua famiglia i matrimoni hanno, incluso come optional, l’indulgenza totale. Pensi a nonna Rachele….e si rassegni e si consoli, creda al “non lo farò più” del padre dei suoi figli. Intanto mi compiaccio del suo silenzio che è per noi un’ esperienza mistica. In fondo essendosi posta sempre, malgrado tutto, come una vincente, il saper perdere è a suo vantaggio: la rende più umana.
Ha condannato sempre tutti e ora invece di reagire contro il marito ipocrita e porco, lo ammanda della sua veste di carità, lo perdona e se lo rimette in casa e fra le lenzuola. Eh no Mussolini,,, non vale, è solo per gli altri la tua condanna? questa storiaccia ti insegnerà, spero, a non sparare più sugli altri come finora hai fatto.
Tuo marito, come tanti maschi violenti e caproni, ha dimostrato di non avere cervello e di ragionare solo con le sue parti intime che “rivolge” anche alla minorenni per difendere le quali lei, alessandra, aveva proposto il taglio del pene.
Con il suo maritino ora che famo?
l’ articolo fa piangere e ridere, le fotografie ridere di cuore e ci chiediamo cosa fa oltre il perdonare la Mussolini nell’attesa che venga approvata la legge per castrare chi va con minorenni prende ago e filo e ricuce?
triste storia quella di molte donne….
abbracciano dei principi (o dei principi a seconda dell’accento)
e si trovano a vivere, loro malgrado, una realtà diametralmente opposta (o a baciare un rospo)
Fernandez è come il vino migliora col tempo, però bisogna dire che le occasioni sarcasmo sono sempre in aumento, in questo momento così privo di speranze, dove un un capetto fiorentino promette, promette, l’unica cosa è riuscire a fare ridere , altrimenti che fai prendi un fucile e spari.
Ciao Gemma mi sembra che tu consideri la Mussolini quasi una vittima, è stata talmente prevaricatrice e fascista che se anche ora si incontra con lo scoglio della vita è un bene si ridimensionerà!
mi dispiace di essere stata fraintesa ancora una volta….
la mia voleva essere solo una battuta di spirito
(evidentemente non efficace)
credo che non commenterò più alcun articolo
pur continuando a leggere questa interessante rivista
visto che diventa un commento al commento
e che l’attenzione a quello che scrive l’autrice dell’articolo
passa in secondo piano
complimenti per la solidarietà femminile:
non ci facciamo una bella figura!
La scelta della Mussolini è immorale proprio per le sue figlie, cosa insegna loro come può essere un’esempio anti vionenza una madre che subito perdona un peccato così grave e grottesco, una violenza quale è l’adulterio perdonato con una preghierina in chiesa, vi prego non dite donne che siete solidali con lei!!!
Solidali sì! Con le tante altre donne (a cui credo si riferisse Gemma) che si ritrovano per mariti uomini squallidi, dal momento che il 70% dei clienti delle prostitute è sposato e tra questi ovviamente ci sono anche coloro che prediligono le minorenni. Il caso della Mussolini, nella fattispecie, fa più che altro gossip e nello specifico non mi smuove più di tanto, così come le sue tante prese di posizione, più o meno opportune utili a fare tutt’al più un po’ di folklore.
P.S. Mi dispiacerebbe se Gemma non aggiungesse più i suoi commenti che leggo sempre volentieri e con interesse come tutti gli altri. La pluralità è sempre una ricchezza, anche quando viene equivocata.Non staremo mica qui a litigare per una come la Mussolini? Non ne vale proprio la pena…
Cara Gemma sono del parere di Silvia non desistere dal commentare, non è una forma di fare passare in secondo piano l’articolo ma di ampliarlo, è come partecipare a un dibattito da una città all’altra, grazie comunque dell’attenzione, un abbraccio anche al commentatore maschile che propone un parere diverso che in parte condivido.