L’utopia della mobilità nell’impiego pubblico dal Corriere della Sera del 26\3\2014

26 marzo 2014 di: Gian Antonio Stella

Il Governo Monti, ricorda Ichino, ci provò. Intimando alle amministrazioni di fornire entro una certa data il numero dei dipendenti in esubero. E quella data fu più volte prorogata. Macché. «A tutt’oggi nessuna amministrazione ha dichiarato alcuna eccedenza di personale». La stessa legge «stabilisce che “la mancata attivazione delle procedure di cui al presente articolo da parte del dirigente responsabile è valutabile ai fini della responsabilità disciplinare”». Per capirci: il funzionario che non ammette gli esuberi va sottoposto a sanzioni.

Insomma, chiedeva maliziosamente il senatore già collaboratore del Corriere al neo-ministro della Funzione Pubblica: «Le risulta almeno un caso in cui si sia proceduto disciplinarmente, anche nei confronti di un solo dirigente? Se la risposta è negativa, le sembra che possa dirsi “civile” un Paese in cui la legge dello Stato è così platealmente disapplicata dallo Stato stesso?» La risposta alla prima domanda era implicita: manco uno. E implicita era anche la risposta alla seconda: no, un Paese così civile non è.

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