La ragazza che voleva raccontare l’inferno tratto dal sito “ ilariaalpi.it”

20 marzo 2014 di: Ilariaalpi.it

“«Spesso si dice che la guerra sia una faccenda di uomini». La storia che Gigliola Alvisi racconta nel suo La ragazza che voleva raccontare l’inferno (Rizzoli 2014,153 pp., euro 10,50), invece, è una storia di donne. Ilaria, la collega ed amica Starlin Arush, Jamila e sua madre Amina, la giovane Lul, Hawa, Laila: sono le loro vite che si incontrano sotto i colpi di una guerra spietata e crudele, quella in Somalia, e si uniscono per un breve tratto. …La presenza maschile in questo tessuto di relazioni femminili è Miran, «un uomo imponente, con un viso cordiale incorniaciato da una barba scura in cui spuntavano i primi fili bianchi (…) era nato fotografo, osservava il mondo con lo sguardo che calcolava già luce e inquadrature». È con lui che Ilaria condivide prima i sospetti e poi le scoperte di quell’indagine che conduce da sola e che rende i suoi giorni in Somalia sempre più densi e drammatici….. E poi c’è la strada. Quell’autostrada costruita nel nulla del deserto, con i soldi della cooperazione e il sospetto che sotto l’asfalto si seppellissero i rifiuti italiani. E poi le ultime telefonate, l’uscita di corsa dall’hotel, l’agguato (descritto con un’efficace slow motion), gli spari. E quel segreto che muore con loro. «Chi altro lo sa?» aveva chiesto Miran. «Nessuno. Soltanto io, e adesso anche tu».”

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