Le Biciclette di Haïfa
Ne conosciamo di registe bravissime che con il loro sguardo hanno interpretato il mondo attraverso il cinema.
Le conosciamo e le apprezziamo dato che il grande schermo è ancora, in gran parte, un mondo maschile se non fosse per le grandi meravigliose attrici e per quelle registe che hanno con grande intelligenza saputo imporsi in questo mondo così come per le donne che rendono possibile la magia del grande schermo con le loro abilità tecniche e artistiche e che appaiono magari solo nei titoli di coda.
Ora immaginate che non solo non ci fossero registe donne ma che il cinema non esistesse o meglio fosse un luogo proibito a tutte noi e che ci fosse una donna coraggiosa che decide di sfidare un regime girando un film.
Ecco questa è la realtà dell’Arabia Saudita e la regista si chiama Haïfa Al-Mansour. Il suo lungometraggio dal titolo “Le biciclette verdi” è il primo film girato interamente nel paese e da una donna ed è uscito nelle sale, del mondo ma non in Arabia Saudita, nel 2012 riscuotendo successo e presentato anche al Festival di Venezia e nominato agli oscar.
Sappiamo bene quante sono le difficoltà di una donna in questo paese, dall’impossibilità di guidare un auto o non potere ricoprire alcun ruolo determinante nella società. Immaginiamo cosa significhi decidere di fare dell’arte in un paese come quello.
La storia di “Biciclette Verdi” (titolo originale Wadjda) è la storia di una bambina di 12 anni che sogna una bicicletta che però nel suo paese è proibita alle donne e che sfida le regole delle società per avere ciò che desidera.
Haïfa per girare le scene ha dovuto dirigere dall’interno di un piccolo furgone perché la vista di una donna che dirige un film, sebbene non esplicitamente vietata, non sarebbe stata accettata dal regime.
Sebbene il film sia uscito già da un paio d’anni è un piccolo gioiello della cultura cinematografica e un grande momento per la storia delle donne saudite.
Se volete vedere il trailer del film https://www.youtube.com/watch?v=kbx5H7dPVUg