riuscita la manifestazione no muos
Non duemila, ma molti di più. Erano fra i dieci e i quindicimila i No Muos accorsi da tutta la Sicilia a Niscemi, per la manifestazione del 1 marzo. Almeno secondo quanto affermato dai dirigenti della Digos di Caltanissetta, certamente non inclini a gonfiare la cifra delle presenze. Un mare di gente, nonostante la minaccia del maltempo fosse sempre in agguato e il fatto che la Questura non avesse inizialmente autorizzato il serpentone ad attraversare la Sughereta, per approdare alla base. Striscioni colorati, bandiere, cartelli e slogan urlati a squarciagola, niente ha scoraggiato i manifestanti, i piedi immersi nel fango causato dalla pioggia della mattina e la gioia di rivedersi all’ennesimo appuntamento contro il sistema di telecomunicazione satellitare della marina militare Usa. Uomini e donne accorsi da tutta l’isola, ma anche da Lampedusa, Bologna e Cosenza. Alcuni portano con sé i propri figli, altri si chiamano per nome, si riconoscono. C’è anche il pacifista storico Turi Vaccaro, insieme al monaco buddista Morischita Nipponzan Myohii. Grande assente, il Movimento 5 Stelle, a dispetto di ogniproclama e di ogniproposito contro la costruzione del Muos. Aggregazioni pacifiste e ambientaliste, sindacati autonomi, partiti della sinistra radicale, troppo pochi, la sparuta presenza di qualche deputato e il sindaco di Niscemi Francesco La Rosa non riescono però a colmare il vuoto istituzionale e politico che si avverte, soprattutto in relazione ai tafferugli scoppiati a fine corteo. Non due feriti ma tre, nel bilancio di una manifestazione riuscita comunque oltre gli esiti sperati. Un bilancio che evidenzia tutti i limiti di un movimento carente sotto il profilo organizzativo, insieme alla durezza istituzionale già provata dalle sanzioni, pecuniarie e non, che hanno colpito diversi attivisti nei mesi scorsi. A questo punto, la parola al Tar di Palermo, che il prossimo 27 marzo dovrà pronunciarsi sulle autorizzazioni rilasciate dalla Regione Sicilia.