storie di donne in dissolvenza
Storie di donne che si incrociano e si dissolvono l’una nell’altra. E’ quanto troviamo nel bel romanzo di Elena Rondi – Gay des Combes “Dissolvenza” edito dalla casa editrice Luciana Tufani di Ferrara. L’autrice svizzera si cimenta con il romanzo dopo aver pubblicato numerosi racconti e centra il suo obiettivo. Nasce una storia interessante con protagoniste sei donne le cui vite si intersecano brevemente. Ben sviluppato il versante psicologico che ci permette di inquadrare e focalizzare gli stati d’animo delle donne. I vari punti di vista si annullano fra loro in un gioco di congetture e talvolta di voli pindarici che non trovano riscontro nella realtà.
La storia principale è quella che lega Lucia e Eilleen attraverso uno scambio di foto in cui si vede una famiglia apparentemente felice ma la verità, quando scoperta, lascerà spiazzata e delusa Lucia che dalla osservazione di un momento di vita per sempre fissato nella foto aveva fantasticato coinvolgendo anche le sue amiche e vicine di casa. Anna e Chiara sono fra queste. La giovane Chiara, a dispetto della sua cecità si dimostrerà la più realista e resterà con i piedi per terra, basandosi solo su ciò che le altre le diranno delle foto. Molto spazio ha nel racconto proprio la fotografia. La giovane non vedente spiazza i suoi genitori e sua sorella Anna con uno scatto fotografico del giardino fatto in un momento di solitudine. La foto sfuocata non verrà mai attribuita a Chiara, poiché lei viene considerata e vissuta come una persona quasi aliena in un mondo di vedenti. Ma siamo poi sicuri che chi ha la vista sappia osservare il mondo per ciò che è? Così dice Chiara: «Ma posso chiederti come li usate i vostri occhi? Vedete ciò che preferite, anche se non esiste, e non vedete quello che è palese!» E più avanti: «La vista, senza il cuore, è ingannevole». Tra le altre protagoniste Anna, commessa in un negozio di abbigliamento, si trova a un’ora dalla chiusura a dover fronteggiare le indecisioni della signora Kramer, vecchia cliente, che prova una giacca rossa inadatta a lei. E, sul finire del romanzo, ritroveremo la signora dal parrucchiere, dove si trova pure Lucia, con la stessa indecisione riguardo al taglio di capelli. Infine Serena esorcizza la paura della morte parlando di quella altrui: «per imparare tutto il possibile su come poter evitare la sua». Il romanzo merita attenzione per struttura e linguaggio semplice senza scadere mai nella banalità, ironico quando serve, puntuale sempre.