tra il dire e il fare

25 marzo 2014 di: Rossella Caleca

«Dì una cosa di sinistra!» chiedeva esasperato Nanni Moretti ai dirigenti del maggiore partito della sinistra italiana, in tempi che sembrano ormai favolosamente lontani. Una domanda che, mormorata o urlata, esplicita o sottintesa, un popolo altalenante tra ripetute delusioni ed improvvise e brevi esaltazioni non ha mai smesso di porre e di porsi: siamo ancora capaci di affermare – non di vagheggiare – qualcosa che esprima e rappresenti idee immediatamente traducibili in azioni politiche? Ecco, ci voleva, pare, un ex boy scout che in altri tempi sarebbe stato un democristiano pulito (area cristiano-sociale), per dirla, alla fine, la cosa di sinistra: perché aumentare le tasse sulle rendite finanziarie per diminuirle a coloro che hanno redditi bassi è, indubitabilmente, di sinistra.

Non tutto il resto del programma di riforme annunciato e creativamente illustrato da Renzi lo è: non il “precariato meglio organizzato” del jobs act, che non favorirà certo i giovani lavoratori. Ma oggi dalla ministra Pinotti è stato detto qualcos’altro, che attiene alla ragionevolezza prima che a considerazioni politiche: nell’ambito di una riorganizzazione delle strutture militari e dei tagli alle relative spese, verrà rivisto il piano di acquisto degli aerei F 35. Rivisto non vuol dire certo cancellato, è lecito immaginare che gli interessi in gioco non saranno facilmente eludibili, ma è la prima volta che l’assurdità di un enorme spreco di risorse per un bisogno inesistente, a fronte di ben altre urgenze emergenti nel Paese, viene almeno scalfita.

Qualcosa, a parole, è cambiato. Nei fatti, non lo sappiamo ancora: ma, in un senso o nell’altro, si prevedono tempi rapidi.

1 commento su questo articolo:

  1. Giulio scrive:

    Si è bene ripetere questa frase: qualcosa è cambiato ma cosa.

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