“Adinolfi, le mamme, il caos etico e la resistenza” da Il Fatto Quotidiano del 28\4\2014
“Poter costituire una famiglia, a prescindere da quello che c’è in mezzo alle gambe, perché ciò che conta sta nella testa e nel cuore, assieme alla capacità, al senso del limite e di responsabilità.
Ecco quello che “menti provvidenziali” come, per esempio, quella dell’ex deputato Mario Adinolfi (emulo in più di un senso delle gesta di Giuliano Ferrara) non riescono a concepire: che possano esistere diversi modi di amarsi, di creare un nucleo affettivo responsabile in grado di educare bambini e bambine, di autodeterminarsi nel dare la vita e nel morire.
Oggi chiunque si sveglia e depreda la storia, senza pensarci due volte: si citano i campi di concentramento e Primo Levi per parlare di mala politica; si annuncia il 25 aprile, come ha fatto il suddetto paladino della famiglia (quella giusta ed etica) che il suo movimento Vlm (Voglio la mamma, ottima operazione di marketing per l’omonimo libro) esprime la nuova resistenza contro il caos etico…..Nessuna donna è stata mai obbligata a interrompere la gravidanza perché c’è una legge che lo consente, nessun essere umano sarà mai obbligato a usufruire dell’eutanasia. La storia ci insegna, al contrario, che è proprio l’estensione dei diritti a favorire una migliore convivenza e qualità della vita nella società, oltre all’abbassamento della soglia della violenza: perché è nel confronto e nel conflitto civile, e non nella definizione di gerarchie tra cosa è giusto eticamente e cosa non lo è, che si cresce come umanità. Adinolfi non è un resistente. Lo siamo noi, che dobbiamo civilmente, in modo nonviolento, resistere di fronte alle banali pensate dell’ultimo aggiustatore etico di turno. “