il Ratto d’Europa al teatro Argentina

30 aprile 2014 di: Clara Margani

Claudia è in pensione ed ha un abbonamento al Teatro Argentina di Roma, Piero è un impiegato ministeriale appassionato di teatro, Laura è una studentessa universitaria di Giurisprudenza a cui piacerebbe fare l’attrice, Roberto fa il barista e segretamente scrive testi per un cabarettista, Marcella frequenta un centro anziani e fa parte di un coro femminile, Lorella è una commessa e segue un corso di danze popolari, Paolo, Luca e Lorenzo frequentano un istituto tecnico e vogliono fare insieme qualcosa di diverso. Queste e altre sono le circa 600 persone che hanno partecipato e stanno ancora partecipando ad un’esperienza che ha come sigla “Il Ratto d’Europa” ed è stata ideata dal regista Claudio Longhi e prodotta da Emilia Romagna Teatro e dal Teatro Stabile di Roma.

Due gli obiettivi di questa iniziativa che ha coinvolto l’anno scorso la città di Modena e quest’anno quella di Roma. Il primo è quello di proporre una risposta variegata alla “questione Europa”, dando uno spazio scenico a tutte le opinioni in merito attraverso lo spettacolo intitolato “Il Ratto d’Europa, per un’’archeologia dei saperi comunitari”, che verrà rappresentato dal 29 Aprile fino all’11 Maggio al Teatro Argentina. Lo spettacolo ha lo scopo di raccontare e recuperare l’Europa che è andata perduta, perduta nel mito quando Giove l’ha rapita e perduta nell’attualità visto che ci troviamo di fronte ad un progressivo sfaldarsi dell’idea stessa di Europa, causato dalla crisi economica, politica e culturale del nostro continente. Il tentativo è quello di ricostruire un’identità dell’Europa, toccando ed approfondendo alcuni temi come quelli dei confini, dei viaggi, della guerra, della crisi, delle strade, del cibo, della marginalità ed altri ancora.

Il secondo obiettivo è quello di riproporre la funzione sociale del teatro secondo la lezione di Bertolt Brecht, di ridefinire il rapporto tra il teatro e la città e di rinsaldare il dialogo tra l’attore e il pubblico, avvicinando queste entità con l’utilizzo di modalità e luoghi diversi. Nel corso di vari mesi gli attori della compagnia: Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo e l’assistente alla regia Giacomo Pedini, definiti non a caso gli Agenti del Ratto, si sono infatti confrontati aldilà dello spettacolo con il pubblico attraverso incontri di laboratorio, letture in biblioteca, cacce al tesoro, mostre, rassegne cinematografiche, concerti, concorsi fotografici e due performance oceaniche per il numero dei partecipanti, la prima sul tema dell’Europa e dello sport, svoltasi sul palcoscenico del Teatro Argentina, e la seconda su quello dell’Europa e dell’istruzione negli spazi di uno storico liceo classico della città. Inoltre i cittadini di Roma che hanno partecipato ai 40 laboratori di scrittura attivati in scuole, università, centri anziani, associazioni di vario tipo e con gli abbonati del teatro Argentina, potranno presentare i risultati del loro lavoro negli stessi giorni dello spettacolo con il supporto degli attori che li hanno seguiti.

Claudia, Piero, Laura, Roberto, Marcella, Lorella, Paolo, Luca, Lorenzo e tutti gli altri che hanno partecipato a questa esperienza, hanno avuto sicuramente la possibilità di riflettere sulle problematiche dell’Europa e sul fatto che non sono solo cittadini italiani ma anche europei ed è auspicabile che, quando andranno (se ci andranno) a votare il 25 maggio, lo facciano, grazie anche a “Il Ratto d’Europa”, con una maggiore consapevolezza.

6 commenti su questo articolo:

  1. Carla scrive:

    Ma perchè una cosa così non la fanno anche a Palermo??!!?

  2. silvia scrive:

    Attraverso Clara sono stata piacevolmente coinvolta anch’io in questa iniziativa, più che come semplice spettatrice. E’ stato un modo per vivere un’appassionante esperienza di teatro corale, in cui non solo gli attori, ma anche noi del pubblico ci siamo sentiti parte viva e partecipe di quell’insieme più ampio che trascende i singoli individui. Forse è proprio il sentimento di appartenenza ad una realtà che com-prende ed accomuna più che distinguere e disgiungere che stiamo perdendo.

  3. Angelo Carta scrive:

    Rispondo a Carla. A questo punto sono sicuro che molti direbbero “non si fa a Palermo per mancanza di soldi” Non è vero non si fa qua perché siamo individualisti spietati, invidiosi della creatività altrui, lo spirito e il coraggio di gruppo mancano! A questo punto possiamo dire: sì è vero ma abbiamo il mare il cielo il sole e siamo accoglienti e poi… chiediamoci dei perché per rispondere alla domanda “perché no a Palermo?W”

  4. Rinaldo Clementi scrive:

    Proprio un bel progetto questo Ratto d’Europa del Teatro Argentina. Mi fa venire in mente quello che poco più di venti anni fa accadeva anche qui a Palermo. Gli assessorati della Cultura e dell’Istruzione, nelle persone del dott. Giambrone e della Dott.ssa Siragusa, facevano a gara a chi dava vita ai progetti migliori, nell’intento comune di far crescere culturalmente la città. Senza dimenticare, in questo progetto culturale, la RAI, che proprio allora dava il via, insieme a Francia e Malta in partenariato, ad una trasmissione ormai storica, e che vive ancora: MEDITERRANEO.
    La quasi totalità di questi progetti muovevano da un’attenzione particolare che gli amministratori di allora posero allo specifico di questa bella città, al centro del Mediterraneo: l’interculturalità.
    Fu un bel periodo, ricchissimo di stimoli, al quale ebbi l’onore e il piacere di partecipare con spettacoli di amplissimo respiro e corali come San Benedetto il Moro, di Beatrice Monroy; e laboratori di narrazione interculturale, fortemente voluti dall’assessora alla Pubblica Istruzione Alessandra Siragusa e condotti dal maestro Franco Lorenzoni. La presenza di narratori rappresentanti di tutte, o quasi, le etnie presenti in città, resero questi corsi di formazione per gli insegnanti un fiore all’occhiello dell’Amministrazione e una ricchezza che non smette di interessare di sé chiunque vi abbia partecipato.
    E’ vero, oggi accade ben poco in città; i motivi sono tanti e molto complicati; non ultima la crisi identitaria che sta devastando le coscienze di noi italiani e non solo di noialtri. Non è una giustificazione, ma solo un tentativo di darmi una risposta.
    Sono però convinto che qualora la nuova direzione artistica del Teatro Biondo, stabile di Palermo, sia messa a parte di questa iniziativa non vorrà restare sorda a tanta eccitante sollecitazione.

    • Rosanna Pirajno scrive:

      Hai fatto bene, caro Rinaldo, a ricordare quei tempi di fermenti a cui diede un contributo sostanziale l’indimenticabile Alessandra Siragusa.
      La nuova amministrazione, nella quale avevamo riposto tante aspettative, non ha saputo o potuto risvegliare i medesimi stimoli eppure chissà, non disperiamo, è possibile che le nuove leve allo stabile almeno a questa sollecitazione, come dici, non restino sordi.

  5. franca scrive:

    brava a clara che ha scirtto un articolo particolareggiato, molto chiaro e descrittivo del grande progetto del ratto
    progetto al quale ho partecipato. lo soettacolo della compagnia è stato molto bello e trovo che il progetto abbia permesso di trasportare il teatro alle persone facendole partecipare in tanti, diversi e divertenti modi., dinamico ed interessantissimo. bravissimi gli attori, gli assistenti alla regia e tutti coloro che hanno collaborato, e un grazie anche al regista!
    clara carissima spero che il tuo augurio/suggerimento relativamente alla partecipazione alle votazioni europee sia accolto!

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