il ritorno degli eroi
Solo un mese e i nostri eroi – eroi dell’impudenza, della sfrontatezza, della menzogna riordinata e reimpacchettata – andranno a riguadagnarsi poltrone europee e a prepararsi di conseguenza a quelle nostrane, persino più agevoli per una battaglia a “vinca il migliore” cioè a chi ha più parole da dire, più cose da promettere e far finta di mantenere come il gioco delle tre carte in strada, e soprattutto più padrini intuibili o nascosti che guardano loro le spalle!
Un’amarezza sempre più insidiosa ci toglie la voglia di farci sentire, persino da chi la pensa come noi o quasi. Ma ci siamo ancora, non ci hanno fisicamente eliminati e dunque diciamolo: 1) che non l’abbiamo con Renzi, la cui azione è diretta e scoperta e che, malgrado ogni intuibile riserva è davvero meglio, non solo per lui ma per noi, che guadagni tempo e magari maggiore credibilità; 2) non più con Grillo che a molti di noi ha dimostrato quanto l’avessimo azzeccata sul suo conto ma che, avendo voce forte per condivisibili contestazioni a populismi e apparati, di cui, alla sua maniera, egualmente si serve, fa da eventuale freno, col vantaggio per noi e pericolo per lui, che qualche bravo, onesto e autonomo grillino vada avanti come potrebbe meritarsi; 3) e neppure con gli altri che facciano ala al governo o tentino poco robuste opposizioni. Poiché è sotto gli occhi di tutti e ci dispiace, non è più tempo di minoranze e queste, e ci dispiace ancor di più, si troveranno a tentare solo resistenza di “poltrona”; 4) e potremmo non avercela neppure con Berlusconi che darà, possibilmente, tra accordi e divergenze, la sua battaglia tra le dichiarazioni mediaset dei giorni liberi e qualche sorpresa da inventarsi o farsi suggerire, rendendo a tre una partita che rischia di essere solo a due. Ma a lui, provati come siamo dai suoi vent’anni di indiscusso protagonismo di così pesante prezzo per la metà almeno del nostro paese, una cosa dobbiamo chiedergliela: eviti che uno dei suoi tanti obbedienti editori ci ammannisca a breve un libro, metti dal titolo “A metà settimana col mio grande amico Silvio”… proprio questo sarebbe un di più! La scena della politica italiana è tutt’altro che confortante, ma fin quando la reggeremo? Arginiamo comunque i disfattismi che certo non aiutano e risvegliamo quello che il prof. Ernani dice al Presidente della Repubblica nel bel film di Andò “Viva la libertà” come improrogabile impegno di una vera politica: «cerchiamo di non calpestare la dignità della gente».