“Le città delle donne” dal Corriere del Veneto del 26\4\2014
“…Nonostante i tanti cambiamenti nell’universo femminile e gli indubbi benefici anche per gli uomini, c’è chi rimane diffidente e chiede alle donne di rinunciare durante il conflitto alle loro rivendicazioni. Ad esempio il parlamentare nazionalista Luigi Federzoni così si rivolge alla donne italiane: «Sono convinto che le donne italiane, da quando è scoppiata la guerra, abbiano dato un esempio meraviglioso di patriottismo, di abnegazione e di intelligente energia. Confido che alle molte benemerenze acquistate vorranno aggiungere quest’altra, non meno degna delle loro virtù: di non complicare i già numerosi, urgentissimi e gravissimi problemi della guerra e del dopoguerra risollevando inopportunamente e prematuramente la questione dei diritti della donna ». Questo ed altri appelli non fermeranno la corsa delle donne verso una fra le prime forme di parità di genere. I nuovi ruoli, il coraggio dimostrato e la centralità assunta durante la Grande Guerra, creano le basi necessarie per ottenere la prima riforma giuridica importante a favore delle donne. La riforma di Ettore Sacchi del 1919 abroga finalmente l’istituto dell’autorizzazione maritale e di fatto consente alla donne di esercitare tutte le professioni, incluse quelle pubbliche, tranne per i magistrati, le diplomatiche e gli agenti di polizia. Una vittoria. La prima di tante.”