Papa Francesco, il comunismo e Dio

8 aprile 2014 di: Sergio Masi

Prendo spunto da un bellissimo articolo di Adriano Sofri su Repubblica, per approfondire un concetto che ho già espresso in altre occasioni a proposito del Vangelo e della sua applicazione e di quanto la Chiesa-istituzione di oggi sia paragonabile agli Scribi e Farisei del tempio di Gerusalemme, condannati da Gesù come “sepolcri imbiancati e razza di vipere”. Ma anche il fatto che negli atti degli apostoli si racconti di un tentativo di messa in comunione dei beni fra i primi cristiani gestita da S.Pietro e che rappresenta, a mio avviso, il primo e vero “comunismo” della storia. Ed ecco cosa dice Sofri: a proposito delle critiche mosse da taluni a Papa Francesco di pauperismo eccetera, «Il papa dichiara l’intenzione di prendere sul serio il Vangelo. Ma prendere sul serio il Vangelo (non alla lettera) secondo Freud e il Grande Inquisitore (Cfr. Dostoevskij: I fratelli Karamazov) è impossibile». Ma che il papa oggi si metta su questa strada, cioè prendere sul serio il Vangelo, secondo Sofri è temerario. Per me è “rivoluzionario” così come rivoluzionario è il Vangelo.

Prosegue Sofri: «Disinnescare la carica rivoluzionaria del Vangelo e governarne il compromesso col mondo, senza arrendersi del tutto al mondo, è stata l’impresa tentata dalla chiesa cattolica», dai tempi di Gesù. Tale affermazione è verissima e la sottoscrivo. Ma proprio questo “compromesso” è il male della Chiesa. Per Gesù Cristo o si adora Dio o Mammona, cioè il dio-denaro e non c’è compromesso che tenga. Continua Sofri dicendo che «gli avversari di Bergoglio diffidano della sua propensione al misticismo che, congiunta con il pauperismo, lo allontanerebbe dalla dottrina». Ma quale dottrina? Quella elaborata nei secoli dai vari teologi che si sono assunti la responsabilità e, oserei dire la “superbia”, di interpretare la parola di Dio? Ma quale parola di Dio, quella dell’antico testamento dove si afferma «occhio per occhio dente per dente» o quella del Vangelo, «se ti danno uno schiaffo porgi l’altra guancia» ovvero «pregate per i vostri nemici»?

E poi se il Papa approva il misticismo io sono pienamente d’accordo. E’ più vicino a Dio Meister Eckart e Ildegarda di Bingen che qualsiasi vescovo o cardinale della chiesa cattolica. Ed è più mistico il Vangelo apocrifo di Tommaso piuttosto dei vangeli canonici che raccontano il fatterello della nascita e della prima vita di Gesù, ma guarda caso si fermano al dodicesimo anno e non sanno quello che Gesù fece o disse dal tredicesimo fino al trentatreesimo anno. Per ritornare al Vangelo e prenderlo sul serio la strada è lunga, ardua e impone un “revisionismo” di tutti i comportamenti più o meno violenti della Chiesa, Santa Inquisizione e pena della morte (abolita da poco) incluse.

Se Papa Francesco intende veramente riprendere la “rivoluzione” del Vangelo è bene che stia attento. Papa Giovanni Paolo I è morto per questo: voleva donare le ricchezze della Chiesa ai poveri e Cacciare Marcinkus dallo Ior. Cacciare i mercanti dal tempio, abolire lo Ior e qualsiasi Banca Vaticana per evitare che si consenta ancora il riciclaggio di denaro sporco. Dare ai poveri e soccorrere lo straniero. Ma come si può, dopo la visita del Papa a Lampedusa, negare un convento o qualsiasi altro edificio pseudo-religioso agli immigrati clandestini? Eppure in Sicilia qualche luminare della Chiesa lo ha fatto. Auguro lunga vita a Papa Francesco e, se vuole fare la rivoluzione del Vangelo, sono pronto a seguirlo. Ma che sia vera, questa rivoluzione.

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