“Quella nostalgia per Berlinguer” da Sette-Corriere della Sera del 18/04/2014

18 aprile 2014 di: Roberto Cotroneo

“…Quando c’era Berlinguer era meglio? Quando c’era Berlinguer potevamo fare di più? Quando c’era Berlinguer eravamo tutti più felici? Quando c’era Berlinguer c’era quell’Italia, un’Italia che Berlinguer conosceva bene, meglio di molti altri. Piazza San Giovanni è ancora lì, forse senza carte che volano. E molti ragazzi non sanno chi sia stato il segretario del Partito Comunista Italiano. Un mio esaminando, già laureato, alla domanda: chi era Aldo Moro? Mi ha risposto: «il capo del Partito Comunista Italiano». Sono cose che capitano quando la memoria è corta. Ma tutto si impara. E non è questa la cosa più grave. È grave che rimpiangiamo un mondo che non era migliore di questo. Una politica che era torbida e poco trasparente proprio come quella di questi anni, film meno belli di quelli che oggi vengono prodotti, una televisione più brutta, didascalica e pedante, dei giornali scritti peggio, in un italiano contorto e prolisso, musica banale e senza spessore. Rimpiangiamo anni dove la violenza profonda del paese era mascherata da contrapposizioni di piazza che avevano l’alibi della politica. Anni dove la cultura era settaria, priva di originalità e provinciale. E facciamo tutto questo togliendo alle nuove generazioni il diritto di andare avanti, e preoccuparsi di un futuro prezioso dove non conta solo ricordare, dove non bastano le nostalgie. Dove la storia non è sempre tutto. Berlinguer è stato un protagonista importante, uno degli uomini migliori della sua generazione. Ma quello che Milan Kundera chiama il paradosso matematico della nostalgia è il nostro contrappasso, che ci impedisce di capire bene dove mai inizia il futuro.”

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