“Smemorati e distratti” dal Corriere della Sera del 24\ 5\ 2014
“…Durante questa campagna elettorale abbiamo sentito rimbombare minacce ed improperi, chi ha evocato Stalin, chi Hitler, chi il fumo nero che saliva al cielo dalle fornaci di Auschwitz.
Eppure è proprio su Auschwitz che si vota. Perché l’Europa è nata lì, da quell’orrore senza precedenti. È nata per bandire il genocidio, e siccome il genocidio aveva celebrato la massima potenza dello Stato, l’idea europea coltivò fin dall’inizio il genocidio degli Stati. Da qui trattati e protocolli, in un processo federativo sempre più esteso, in nome d’una solidarietà sempre più stretta fra i popoli europei. Solo che, strada facendo, alla solidarietà si è sostituito l’egoismo. Davanti ai morti di Lampedusa così come rispetto alla crisi finanziaria della Grecia, l’Europa guarda altrove. Sicché i partiti antieuropei hanno buon gioco, mentre gli europeisti si trincerano in un atteggiamento puramente difensivo. Sperano così di salvare l’esistente, ma intanto hanno rinunziato a ogni progetto, a ogni utopia costituzionale.
Ecco, la Costituzione europea. C’è qualcuno che ne ha più sentito parlare? Dopo il fallimento del 2005 (quando un doppio referendum in Olanda e in Francia bocciò il testo firmato l’anno prima a Roma), questa parola è ormai tabù, vietato pronunziarla. Ed è un errore, perché gli europei non otterranno mai un’identità comune senza una Costituzione in comune. Errore doppio, perché tutta la storia dell’integrazione europea è scandita da eventi e da incidenti, da salti in avanti e da passi del gambero all’indietro. La prima doccia fredda cadde nel 1954, dopo che Francia e Italia respinsero il trattato sulla difesa comune siglato dai 6 Stati fondatori nel 1952. Ma nel 1957 venne alla luce la Comunità economica europea, capostipite di tutti gli sviluppi successivi….”