#bringbackourgirls
La notte del 14 aprile 2014 a nord della Nigeria vengono rapite 270 liceali, ragazze di età compresa tra i 12 e 17 anni, unica colpa addebitata, essere studentesse di un’educazione occidentale, questa la rivendicazione dei Boko Haram (setta islamista). Rapite per essere vendute come schiave sul mercato o date in spose per forza, in cambio di 12 dollari l’una. Secondo indiscrezioni, le ragazze sarebbero già state trasferite in Camerun o in Ciad, anche se le autorità dei due paesi smentiscono. Attualmente la minaccia di nuovi rapimenti è ancora in atto e la paura dei nigeriani e delle nigeriane, soprattutto le mamme scese in piazza, è molto forte.
Il governo nigeriano non è stato in grado di intervenire per affrontare quest’incubo di rapimenti e schiavizzazione di giovani donne e non solo. La Nigeria è, infatti, un paese con una forte caratterizzazione, da più di vent’anni, nello sfruttamento sessuale di donne e sempre più ragazze minorenni giovanissime, fornisce il più alto numero di ragazze-schiave nella Tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e la mafia nigeriana ha mostrato una forte organizzazione criminale transanazionale capace di corrompere Stati e istituzioni tutte.
La violenza e la schiavizzazione delle donne sono un dramma rimosso: storicamente le donne sono state considerate merce di scambio o di vendetta o affermazione del potere maschile, lo dimostra la lentezza legislativa italiana, europea e mondiale nel varare o applicare leggi e politiche mirate, tale problema è di dimensioni mondiali nonostante sotto gli occhi di tutte/i si perpetrino barbarie e ingiustizie verso il genere femminile. I dati, le statistiche, le riflessioni dimostrano la trasversalità del fenomeno e la sua valenza globale.
Il Coordinamento antitratta di Palermo ha manifestato la propria indignazione contro questo attacco ai diritti umani delle donne, sabato 10 maggio 2014 con un sit in a Piazza Massimo.