come ti costruisco the United States of Europe

25 maggio 2014 di: Rosanna Pirajno

Domani sapremo cosa aspettarci dai risultati delle elezioni europee, e non solo nel nostro Paese. Sapremo anche i dati dell’affluenza, che possono significare indifferenza se il partito dell’astensionismo avrà fatto assai proseliti, oppure speranza di cambiamento sotto il segno della condivisione europea dei mali comuni. E sapremo pure se nelle urne prevarranno i nazionalisti ad oltranza e i populisti, o gli euroscettici che non credono nel comune percorso dei costruendi Stati Uniti d’Europa e hanno in odio chi prova a crearli, temendo di essere “spersonalizzati” dagli invasori.

Si è scritto di indifferenza o assuefazione dell’opinione pubblica alle peggiori malefatte che si perpetuano nel Grande Paese Globale, ma è soprattutto nei nostri patri lidi che siamo sommersi anzi affogati di oscenità provenienti dal mondo politico e imprenditoriale, così che le nostre capacità reattive si sono atrofizzate, forse inquinate chissà, il dato certo è che l’opinione pubblica è disorientata, non sa più a chi e a cosa credere se tutto appare marcio e compromesso nella classe politica e dirigente, in testa alla lista di corruttele, malversazioni e connivenze e delinquenze, che emergono ogni volta che ci sono di mezzo Grandi Opere Pubbliche.  Tipo Expo milanese, che manco a dirlo si è sentito come ci sguazzi di brutto.

La gente, alle prese con gravi problemi di sopravvivenza per via della crisi economica, ha difficoltà a credere ad uno sviluppo “giusto, sano e pulito”, come direbbe il buon Carlin Petrini che difende la terra e quelli che se ne prendono cura, se nel “sistema paese” si è insinuata la corruzione come un virus inestirpabile, dato che nei gangli vitali colludono e sperperano i soliti noti, gente che rubava venti anni fa e ha continuato a farlo impunemente finché qualcosa non è andata troppo storta per passare sotto silenzio. Eppure non ci meraviglia più tanto che i “rappresentanti del popolo” siano in buona misura indegni del ruolo, né che ci abbiano governato ministri omaggiati di case di lusso a loro insaputa, o governatori dispensatori di appalti a buon rendere e finalmente accusati di connivenze mafiose, perché poi si scopre che hanno goduto ab libitum di tutele negate a veri servitori dello Stato, vittime vere di piombo vigliacco. Non ci meravigliano più i silenzi e le connivenze, gli affari miliardari riservati alle solite cricche, le malversazioni e le ruberie “ad alto livello”, le inefficienze e le arretratezze, insomma quell’andazzo molto italiano che ci rende inaffidabili e anche un poco ridicoli nell’Europa che si vorrebbe costruire. Sappiamo e subiamo, noi che abbiamo rinunciato a servirci della democrazia.

Ed ecco che arriva uno che urla e sbraita contro tutto il male che a noi, arrabbiati ma senza più la forza di reagire “politicamente”, pare inestirpabile e allora il rimedio è delegarlo ad agire per conto nostro magari mobilitando il sacro web. Quanto poi a trovare le soluzioni o indicare le azioni “politiche” per cambiare rotta, senza avventurismi e demagogia, quello lo vedremo dopo i risultati di queste elezioni.

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