il Liberty a Forlì

21 maggio 2014 di: Rita Annaloro

Se qualche palermitano passasse per la deliziosa città di Forlì, sarebbe probabilmente attratto dalla grande mostra Liberty in corso fino al 10 giugno, ampiamente pubblicizzata sui giornali, e magari si sottoporrebbe a lunghe code per acquistare il biglietto, visto anche le molte scolaresche che vengono guidate a fare questa esperienza. I visitatori escono soddisfatti ed affascinati dalle belle cose che hanno visto, e forse in futuro si dichiareranno appassionati di Liberty. Specialmente se non sono palermitani.

Infatti i palermitani, o i romani, o i torinesi, provenendo da città dove il Liberty furoreggiava, forse rimarranno un po’ delusi da una mostra dove si vedono un paio di salotti, qualche pizzo, alcuni vasi e poi dei bellissimi quadri di Previati, Boldini, Segantini, Chini ed altri che abbiamo già ammirato in altre mostre. Si sente poco il gusto liberty, in questa mostra, la fantasia poliforme dei cancelli in ferro battuto, dei vestiti, gioielli ed accessori elegantemente volgari, la triste misteriosa sguaiatezza delle signore di un tempo, votate ad inseguire i piaceri di un attimo di estasi prima del baratro.

Le possiamo ammirare in qualche ritratto, ma nei saloni di Villa Igiea o in tante case chic di Palermo è più facile immaginarle sedute a leggere una lettera alla luce di una lampada velata, e camminare sorridenti al braccio di un’amica, magari in visita da un’altra città, sul lungomare di Mondello o al Giardino Inglese. Se tanto successo sta riscuotendo la mostra di Forlì, pensate all’esito che avrebbe un “progetto Liberty” in una città ricca di testimonianze come Palermo, se solo un gruppo di imprenditori o agenzie culturali decidessero di mettere a frutto le vecchie glorie.

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