piccoli esempi positivi crescono
A proposito di cambiamento climatico, un esempio e un punto di riferimento importante arriva dal movimento globale delle Transition Town. Le Città in Transizione sono quelle in cui i cittadini, insieme alle amministrazioni locali, si attivano per attuare forme di resilienza modificando, le prime, alcune abitudini e stili di vita e le seconde compiendo delle scelte sostenibile per la collettività.
Il movimento (www.transitiontown.it) nasce nel 2006 a Totnes, una piccola comunità nel Devon, in Gran Bretagna, grazie all’impegno di Rob Hopkins, ex insegnante di permacultura. Da quella data il movimento è cresciuto sbarcando negli Stati Uniti, in Giappone, in Nuova Zelanda e arrivando anche in Italia. I primi esperimenti sono cominciati in alcuni piccoli centri inglesi ma anche a Londra il concetto di transizione ha preso piede velocemente e attualmente più 50 gruppi se ne occupano. Anche in Italia esistono diversi gruppi che aiutano le realtà interessate ad intraprendere un percorso verso la resilienza per adattarsi ai cambiamenti, con l’adozione di stili di vita in armonia con l’ecosistema, uno dei primi gruppi in Italia è nato a Monteveglio, in provincia di Bologna.
Le iniziative locali sono il punto di partenza, è da dove si può cominciare a cambiare le cose in un contesto più ampio, globale. «E’ così che la storia può cambiare: prendendone possesso e facendo in modo che il cambiamento avvenga», come dice R. Hopkins. Si possono fare tanti piccoli accordi regionali, locali, in attesa che gli stati trovino un accordo internazionale. Una strada da prendere ad esempio arriva proprio dalla Gran Bretagna dove il governo britannico ha elaborato l’Energy community strategy. È la prima volta che una strategia per le comunità locali nel Regno Unito viene redatta in collaborazione con il Transition network. Molti dei casi studiati per la stesura del rapporto riguardano città di transizione. Per la prima volta a livello statale si è toccato con mano il potenziale delle iniziative locali e come queste possano incidere sulla sfera politica.
Quelli di cui parlo sono esempi, modelli utili a informare, a dare indicazioni per intraprendere qualcosa senza chiuderci in un angolo a osservare passivamente e senza più illusioni. Sono notizie che possono aprire spiragli e indurre ad approfondire e a metterci in contatto. Ma quello che dovrebbe essere presente, per far sì che poi l’entusiasmo non si smorzi indebolendosi fino a svanire alle prime difficoltà, credo che sia la convinzione della necessità, prima di tutto individuale, personale, privata, di una svolta rivoluzionaria delle coscienze.
Una svolta che nasca innanzitutto in ogni singolo individuo che consideri come una crescita prettamente economica, che non si curi dell’ambiente e dei beni comuni, non sia più possibile e decida che vuole tirarsi indietro e non essere più complice, né vittima, di un sistema che non sa stabilire, se non per smania di accumulo di ricchezza, un giusto rapporto con la natura e con il pianeta che ci ospita.