primo maggio un po’ così
Siamo stati traditi pure da Google, i lavoratori che oggi, aperto il grande motore di ricerca, non abbiamo trovato nessuna animazione, nessun “trucco ottico” a celebrare questa festa. La giornata della terra, quella della poesia, le olimpiadi, l’anniversario di Cinecittà, l’arrivo della primavera, tutte avevano avuto il loro logo sul web, ma per la festa dei lavoratori…niente. Brutto segno, o che gli animatori di Google sono stati messi in mobilità forzata, o che non trovano più niente da festeggiare, o che non si considerano lavoratori.
Qui a Padova, per esempio, alcuni giornalai hanno lavorato, così come molti bar, alcuni supermercati, parrucchieri, parafarmacie, operatori video e varie altre “Partite Iva”, segno evidente che la crisi modifica anche le coscienze e il significato sociale dei termini festa e lavoratore. La festa infatti c’era nella grande Piazza di Prato della Valle, piena di stand gastronomici da tutte le parti d’Italia e di alcuni paesi extra(e) europei, ma gli stendardi erano geografici, mentre quelli delle associazioni dei lavoratori sventolavano in un piccolo parco decentrato, dove qualche nostalgico indugiava al palco dei dibattiti. La vera festa di Prato della Valle invece era il trionfo degli ambulanti, della ristorazione insolita, dai wurstel e crauti alle arancine, dalla mortadella di chianina al porcheddu sardo, e poi le crepes, i waffel, la paella e i lavoratori italiani ed extra-comunitari con la famiglia, in maniche corte e occhiali da sole, che bevevano birra, artigianale, o ceca, o olandese, o sangria, o coca cola felici al suono di musiche dell’altro mondo.