remiamo insieme, potendo e volendo

8 maggio 2014 di: Fortunata Pace

Ma siamo davvero al lumicino? Per andare in piazza – e menomale davvero – dobbiamo contare sui sacrifici di una squadra che, abbastanza decimata prima dalle imprenditoriali ambizioni pecuniarie di un “patron” ha subito la sua umiliazione, riesce a riscattarsi alla grande? E poi su null’altro? Non ci credo, non voglio, non posso, non dobbiamo farlo: per noi che, innanzi tutto se non del tutto innocenti, di colpe autentiche per una Palermo capoluogo della Regione che c’è, ne abbiamopoche. Quelle del voto, di certo silenzio, di alterne connivenze, di disorientamenti e stanchezze. Innanzitutto… diamoci una mossa. Il disfattismo, la critica facile e consequenziale, la frontalità inevitabile ci fregano. Se la barca è una ed è comune, muoviamo insieme i remi per non affondare. Poi ci ri-separeremo, faremo in conti con il residuo delle nostre ideologie. Ci guarderemo in faccia e sbirceremo sui nostri conti in banca. Pronti ancora a tassazioni giuste ma col coltello fra i denti, per chi gioca tra populismo dissennato e sfrontatezze maldestre sulla nostra pelle di cittadini, ignorati ovviamente da una Corte dei Conti che fa senza dubbio il compito suo ma non smuove di una virgola l’andazzo che ci porta al fosso.

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